La sirena dell’emergenza democratica risuona forte. Rimbomba. Non si può far finta di nulla. Va fermato lo sciagurato tentativo del sindaco Pd Enzo Guida e della maggioranza di centrosinistra di spazzare via con un golpe il gruppo di opposizione Uniti per Cesa. Guardare a braccia conserte questo scempio renderebbe tutti colpevoli. Sarebbe scandaloso consentire al primo cittadino e ai suoi boys di scegliersi anche i componenti della minoranza. I primi due non eletti sono Ginotto De Angelis e Raffaele Bencivenga. Nessuno dei due ha condannato l’avvio del procedimento choc di decadenza firmato dal presidente dell’assise Mimmo Mangiacapra ai danni di Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. I quattro membri dell’opposizione hanno il difetto di disturbare il grande manovratore. Sul piano politico-istituzionale non fanno che il loro dovere di controllori di chi governa la città. È la democrazia, bellezza! Ma per Guida e company il Comune è “cosa loro”. È malvisto l’attivismo della minoranza contro Puc (money), superbonus (money, money, money), concorsi (parentopoli), maestranze della raccolta rifiuti (favoritismi), incarichi diretti (schifezze) e tanti altri provvedimenti borderline dell’amministrazione comunale. Serve il bavaglio. Ferrante, Alma, Bortone e Verde devono essere cacciati dalle istituzioni perché danno fastidio. Si oppongono a una gestione familistica e scellerata. Vanno sostituiti. Alla faccia di chi li ha votati.
“Troppe assenze alle sedute del civico consesso”, la motivazione del golpe. Non è uno scherzo. La trovata dei consiglieri fannulloni è da annali dell’indecenza. Prendiamola per buona. Allora vanno cacciati anche esponenti della maggioranza come Francesco Turco, Nicola Autiero e Gina Migliaccio. Risplendono di immobilismo. Nei consigli comunali fanno le belle statuine, come gli assessori Alfonso Marrandino e Cesario Villano. Andrebbe silurato anche lo stesso presidente dell’assise. Mangiacapra ha, non a caso, la delega all’Urbanistica. Si doveva occupare di una sola cosa: il Puc. Risultato? È stato inviato alla Provincia per il parere obbligatorio tramite WeTransfer, un servizio per il trasferimento di file su Internet basato sulla tecnologia e l’infrastruttura di S3 di Amazon. Sarebbe stato più legale recapitare il Puc con un piccione viaggiatore. Sicuramente sarebbe arrivato a destinazione. Mentre quello inviato con WeTransfer non è mai pervenuto all’ente dell’ex Saint Gobain. Niente ricezione, nessun parere. Nemmeno questo ha fermato la maggioranza. Puc in vigore senza il vaglio della Provincia. Fantomatico “silenzio assenso”. Uno può essere silente se è stato consultato, se non è stato interpellato come fa a rispondere? Per tutti i danni compiuti dal centrosinistra (chiedere ai cittadini) dovrebbero tornarsene a casa Guida e la sua maggioranza. Da 7 anni Cesa è il mondo all’incontrario. Non vengono puniti i colpevoli del disastro amministrativo ma gli innocenti dell’opposizione. Inversione tra carnefici e vittime. Il tentativo di far decadere gli esponenti della minoranza è la goccia che fa traboccare il vaso.
Serve una task force democratica, a partire dalla Prefettura di Caserta, dal ministero della Funzione pubblica e dai parlamentari casertani. In primis dovrebbero alzare la voce i deputati di Fratelli d’Italia Marco Cerreto e Gimmi Cangiano e Gianpiero Zinzi della Lega. Il loro silenzio è assordante. Egregi onorevoli uscite da Palazzo Montecitorio e tornate con i piedi per terra. In quelle terre dove avete preso voti, tanti voti. Non è una questione politica, sia chiaro. La posta in gioco è molto più alta: si tratta di salvaguardare le istituzioni. Cerreto, Cangiano, Zinzi se ci siete battete un colpo. Almeno per una volta. Altrimenti sarete spettatori complici della disfatta della democrazia. Un appello a Ginotto De Angelis e Raffaele Bencivenga. Non prestate il fianco a Guida e alla sua combriccola. Dite “no” a questo abominio. Sgombrate il campo dai sospetti di compravendita. La politica passa, gli uomini restano.
Mario De Michele