Dubitiamo che Mimmo Mangiacapra abbia letto “1984”. Il presidente dell’assise non è un appassionato di romanzi. Come dimostra la sua “millenaria” storica politica – è sopravvissuto alla prima, alla seconda e alla terza Repubblica -, il buon Mimì è uno che bada al sodo, mira a raggiungere risultati concreti, in primis personali e familiari, poi se avanza qualcosa c’è spazio per i sui elettori più fidati. Ma la sua dichiarazione durante l’ultima seduta consiliare sembra chiaramente ispirata alla celebre opera di George Orwell. “E’ un momento storico positivo per tutto il consiglio comunale. Chi come me – ha affermato Mangiacapra – ha vissuto diverse epoche politiche, la contrapposizione tra maggioranza ed opposizione vi è sempre stata. Oggi si sono create, da tempo, le condizioni per un dialogo, che ci sta portando a mettere, in prima linea, la nostra Comunità e il nostro Paese. È un fatto questo che mi riempie di gioia, è una proposta che ho sempre sperato che si realizzasse”.

Enzo Guida

Una raffica di bugie talmente grosse da far venire in mente il Ministero della Verità di “1984”. Il suo compito principale era riscrivere la storia e alterare i fatti per conformarli alla narrativa del potere, controllando così passato, presente e futuro attraverso la menzogna. Sulla facciata del Miniver (sigla del Ministero della Verità) era inciso lo slogan: “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”. In pratica, il mondo all’incontrario. Ed è quello che da ormai 10 anni propinano ai cittadini Enzo Guida e company. In prima linea sempre Mangiacapra, che non mollerebbe la poltrona nemmeno se piombassero in città, in un blitz congiunto con l’intenzione di scalzarlo, le truppe statunitensi, russe, israeliane, britanniche e cinesi. In merito alla pastetta con la finta opposizione ha avuto il coraggio barbaro di affermare in assise quanto segue: “Anche in passato ho invitato molte volte la precedente opposizione alla collaborazione per il paese, cosa mai avvenuta, nonostante tutti quelli che si candidano, lo fanno per dare il proprio contributo alla risoluzione dei problemi”. E per far felice Guida ha aggiunto: “Devo ringraziare anch’io la minoranza che è subentrata perché ha dimostrato il senso della collaborazione. Stiamo raggiungendo degli ottimi obiettivi ed è giusto farlo insieme, quindi con l’aiuto anche della minoranza”.

Da Oscar l’interpretazione di Mangiacapra sul bene della città: “L’azione amministrativa ha fatto sì che Cesa sia diventata un modello da seguire ed i nostri concittadini sono finalmente fieri di appartenere alla nostra comunità”. In perfetto stile Miniver la grande ammucchiata consiliare tra maggioranza e minoranza non è un’anomalia democratica, come verrebbe considerata in qualsiasi comune normale del mondo, ma un “modello da seguire”. L’assenza del controllo ispettivo sugli atti amministrativi da parte di chi è stato eletto per stare all’opposizione, vulnus democratico ovunque, a Cesa diventa un aspetto positivo che rende “i concittadini fieri di appartenere alla nostra comunità”.

Raffaele Bencivenga e Enzo Guida

Il mondo capovolto delle “sole cose belle”. Le menzogne di un potere che si autoalimenta raccontando frottole in continuazione. Per fortuna i cittadini sono molto più intelligenti e arguti di Mimmo Mangiacapra. In verità non è poi così difficile. Al momento giusto il popolo giudicherà Guida e il suo team allargato alla minoranza. Sarà facile capire se le “cose belle” hanno riguardato la collettività oppure se sono state “cose belle” solo per loro. Per il cerchio tragico che ha beneficiato di posti di lavoro, incarichi e prebende. Al cospetto di pochissimi privilegiati la stragrande maggioranza dei cittadini di Cesa, a partire dai giovani, la mattina si alza prestissimo per andare a lavorare in condizioni precarie e fuori regione. Per loro maggioranza e opposizione non hanno fatto un bel nulla. Se non mortificarli premiando mezze calze, nani e ballerine.

Mario De Michele

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