Per Gimmi Cangiano in politica i simboli contano ancora. Per Giovanni Zannini no. E così ad Aversa, in vista delle comunali, Fratelli d’Italia è un passo dall’uscita dalla “grande coalizione”. Dopo il tribolato accordo con il candidato sindaco Franco Matacena arriva la battuta d’arresto che non ti aspetti. La pietra di inciampo è il “no” del leader della coalizione alla presentazione di liste con le sigle di partito. In verità per Matacena non è poi chissà quale problema. La questione sta a cuore al consigliere regionale deluchiano Zannini che per ovvie ragioni preferisce il paravento del civismo. Sulla riva opposta c’è Cangiano che per motivi altrettanto scontati punta alla politicizzazione della lista del partito di Giorgia Meloni. Gimmi è stato eletto alla Camera nelle fila del centrodestra, in quota FdI, proprio nel collegio di Aversa. Ad abundantiam, Cangiano è coordinatore provinciale del partito. Chiedergli di rinunciare al simbolo del partito è come pretendere che indossi una maglietta con la falce e martello o che si tatui sul braccio il volto di Che Guevara. Dal canto suo Zannini non vuole vedere simboli in giro. Stare “pubblicamente” assieme a Forza Italia, seppure sotto mentite spoglie, e a Fratelli d’Italia, inclusa la fiamma, è troppo finanche per uno come lui, mentalizzato alla vittoria a prescindere dai colori politici. Il deluchiano non è contrario alla liaison con i due partiti di centrodestra ma come sempre preferisce un matrimonio di convenienza che non faccia troppo scalpore. Matacena ha tentato in ogni modo di restare al centro ma alla fine ha dovuto scegliere. E ovviamente ha optato per Zannini, da un lato perché il consigliere regionale ha sempre puntato su di lui, dall’altro in ragione del fatto che anche le altre liste della coalizione vogliono correre senza i lacci e i lacciuoli dei partiti. Gli stessi partiti con i simboli bene in vista sulla scheda delle elezioni europee. In uno scenario del genere Cangiano non può ingoiare il rospo del civismo. Ha preso in disparte Alfonso Oliva, se l’è coccolato e gli ha detto con voce suadente: “Caro Alfonso, in queste condizioni non possiamo andare con Matacena, lo capisci?”. Oliva ha subito fatto “sì” con la testa, lo ha salutato con affetto ed è immediatamente tornato al tavolo con Matacena per trattare in prima persona. Cangiano si è detto tra sé e sé: “Questo ha capito davvero tutto!”. Che farà ora il deputato di FdI? Molto probabilmente dirà addio anche a Oliva e lavorerà alla presentazione della lista di partito. Corsa solitaria o ritorno alla base di Antonio Farinaro? Si vedrà. Per Cangiano i simboli contano. Per Zannini un sospiro di sollievo. Per Oliva un bel posto in giunta. Ma prima bisogna vincere. Non è un dettaglio.

Mario De Michele

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