Risultati che confermano le previsioni, zero sorprese e conti che si chiudono quasi tutti al primo turno. Le elezioni nei 13 Comuni della provincia di Napoli vanno in archivio senza troppi scossoni e, soprattutto, senza la necessità di andare al ballottaggio, eccezion fatta per Pozzuoli. Sul piano politico si registra la sparizione del centrodestra, che praticamente non entra mai in partita e che comunque aveva riscontrato difficoltà anche quando dovevano essere presentate le liste. Pd e Cinque Stelle vincono, ma insieme lo fanno solo a Nola. L’unico ballottaggio sarà, dunque, Pozzuoli, dove si è consumato un testa a testa tra Luigi Manzoni e Paolo Ismeno, con il primo leggermente in vantaggio ma entrambi sopra il 40%. Tutti e due vengono dal Partito democratico, che proprio perché dilaniato da divisioni interne, aveva rinunciato a presentare il simbolo. Molto più distanti gli altri tre competitor. Nessun dubbio, invece, a Portici: l’uscente Vincenzo Cuomo ha sbaragliato la concorrenza e ha superato l’80% delle preferenze. Cuomo è stato contrastato, oltre che dal candidato di Fratelli d’Italia finito terzo, da una coalizione che aveva tra i sostenitori anche il Movimento Cinque Stelle. La base grillina era arrabbiata con Luigi Di Maio, colpevole di flirtare col primo cittadino vesuviano. La battaglia, però, si è rivelata impari, con uno spoglio senza storia e la conferma dell’ex senatore. E se a Portici e Pozzuoli Pd e Cinque Stelle erano divisi, ad Acerra i due partiti hanno marciato uniti. L’asse, però, ha fatto flop, nonostante la singolare soluzione della co-sindaca, indicata da Andrea Piatto nella grillina Carmela Auriemma proprio per sottolineare la pari dignità tra loro (che peraltro in passato avevano spesso litigato in consiglio comunale): alla fine, tuttavia, l’ha spuntata Tito D’Errico, cioè il nome scelto dal sindaco uscente Raffaele Lettieri. Lontanissimo il meloniano Vincenzo Crimaldi.

Quello di Acerra è uno dei pochi casi in cui Pd e Cinque Stelle erano insieme in coalizione: a Somma Vesuviana erano divisi e hanno avuto ragione i pentastellati, che con altre sei liste avevano deciso di puntare sull’uscente Salvatore Di Sarno, che ha viaggiato subito ben oltre il 60% (sfiorando anche il 70%) e la sua vittoria su Giuseppe Bianco del Pd non è stata mai in dubbio. Più accesa la competizione a Sant’Antimo, dove pure la presenza di soli due candidati rendeva impossibile il ballottaggio: a vincere, con un vantaggio non ampio ma comunque netto, è stato Massimo Buonanno, sostenuto da Pd e civiche. Il terzo Comune con due soli aspiranti sindaci era Ischia: qui l’uscente Pd Vincenzo Ferrandino ha addirittura superato il 90% dei voti, complice il fatto che molti suoi avversari della vigilia non avevano presentato liste e, alla fine, si era proposto il solo Gennaro Savio del Partito marxista leninista. Solo a Nola la formula del centrosinistra e il patto Pd-Cinque Stelle ha retto: il nuovo sindaco è il giudice Carlo Buonauro, che riesce a superare il 50% e vince al primo turno. Tra i piccoli centri spicca la curiosità di Casamarciano dove Clemente Primiano ha battuto due ex sindaci come Carmela De Stefano e Andrea Manzi. Primiano ha 22 anni ed è uno dei sindaci più giovani d’Italia. Da sottolineare anche l’exploit di Anna Amendola, eletta sindaca di Lettere già domenica pomeriggio poiché unica candidata: le è bastato raggiungere il quorum. A Pimonte, invece, vince al fotofinish Francesco Somma, primo dei non eletti in consiglio regionale nella lista di Più Europa. A Barano il sindaco è Dionigi Gaudioso, a Tufino è Michele Arvonio e a Visciano Sabato Trinchese: tutti e tre hanno conseguito vittorie nette.

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