Non per volontà e nemmeno per sbaglio. Allora per fessaggine. Non si scappa. Tanto per non cambiare Città (in)Visibile si dà la zappa sui piedi. E in effetti una bella arata di terra farebbe bene ai componenti del Collettivo. Alle comunali di Orta di Atella non saranno presenti. Non per colpa loro, dicono. Per colpa di chi? Ovviamente degli altri. Mica per una volta si assumono le responsabilità dei disastri politico-amministrativi? Nemmeno a pensarci. Ora tocca al Pd e a Vincenzo Gaudino. “Non abbiamo scelto di non esserci. E nemmeno è stata una tristissima valutazione politicista di convenienza dell’ultimo minuto. Non vi è stato nessun bluff, ci saremmo stati con convinzione, con le nostre parole, la nostra storia, il nostro futuro. Ma siamo stati messi nella condizione di non esserci”, si legge in un documento pubblicato sulla pagina Fb. Chi ha messo gli esponenti di Città (in)Visibile in questa scomoda posizione? Diciamo pure ad angolo retto. I traditori sono i dem e l’ex sindaco. “Al netto degli aspetti burocratici, Città Visibile – recita un passo del documento – ha pagato l’atavica incapacità del Partito Democratico di trovare una linea coerente ed unitaria che garantisse la fluidità di passaggi politici ed organizzativi minimi, e la decisione del candidato sindaco designato, Vincenzo Gaudino, di ritirare la disponibilità alla candidatura, all’ultimo minuto, quando eravamo ormai pronti a consegnare tutta la documentazione che avrebbe consentito a Città Visibile di presentarsi nuovamente agli elettori. Riteniamo quanto accaduto un fatto politicamente gravissimo di cui ognuno saprà assumersi la propria quota di responsabilità”. Just moment. Solo oggi Città (in)Visibile si accorge dell’inaffidabilità del Pd e di Gaudino? Suvvia, portiamo il ragionamento nell’alveo della serietà. Nella funesta passata consiliatura i democrat hanno cambiato posizione una decina di volte. Prima l’appoggio esterno alla maggioranza. Poi il dietrofront, seguito da un altro stop a Gaudino. E ancora un’altra piroetta fino alla sfiducia davanti al notaio di una parte dei consiglieri Pd. Analisi del testo: “L’atavica incapacità del Partito Democratico di trovare una linea coerente ed unitaria che garantisse la fluidità di passaggi politici ed organizzativi minimi…”. Atavismo, significato: “Ricomparsa, in un individuo, di caratteri fisici e psichici di lontani antenati, dopo un lungo periodo di latenza. Ricomparsa vuol dire che già è avvenuto in passato”. Ed è verissimo nel caso del Pd ortese. Ma se questa caratteristica ha radici antiche come mai quelli di Città (in)Visibile si lamentano? Sono loro stessi ad evidenziare che “storicamente” i dem non sono affidabili. Ergo, è colpa del Collettivo se si trova fuori dalla competizione elettorale del 14 e 15 maggio. Passiamo a Gaudino. “È un atto gravissimo – leggiamo nel documento – la decisione del candidato sindaco designato di ritirare la disponibilità alla candidatura, all’ultimo minuto, quando eravamo ormai pronti a consegnare tutta la documentazione che avrebbe consentito a Città Visibile di presentarsi nuovamente agli elettori”. Scusate il disturbo, ma Gaudino non è quello che, sempre nella passata consiliatura, prima ha attaccato il Pd, poi l’ha accolto nell’ovile, poi ancora lo ha condannato? E quindi quale sarebbe l’atto gravissimo di Gaudino che ha colto di sorpresa quelli di Città (in)Visibile? Non per volontà e nemmeno per sbaglio. Allora per fessaggine. O no?
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