Sono in corso al Palazzo Reale di Napoli gli Study days del Ppe al Parlamento europeo, tre giorni di incontri e dibattiti per spingere su un nuovo «Patto mediterraneo» per la cooperazione dell’UE con i Paesi vicini. Ad aprire i lavori, la presidente è stata la presidente del europeo Roberta Metsola con i ministri Maria Alberta Casellati e Alberto Pichetto Fratin. Al centro il tema dell’immigrazione e il caso del raggiungimento delle 500mila firme riguardo il referendum sulla cittadinanza. «Il Mediteraneo è la culla della nostra crescita economica, un mare di commercio. Non deve essere più un mare di disperazione nè un cimitero per i migranti». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a Napoli a margine degli Study Days. «Dobbiamo lavorare insieme, come ha ricordato anche il presidente del nostro partito Weber. Noi siamo fortemente impegnati in tutta l’ Africa del Nord a fare anche accordi contro i trafficanti di esseri umani, di armi, di droga che sono sempre gli stessi», ha aggiunto. Tema scottante trattato dal ministro riguarda anche la questione dell’adesione all’Unione Europea dei paesi Balcani. «Stiamo lavorando assiduamente nei Balcani per fare in modo che i Paesi candidati possano entrare a far parte dell’ Unione Europea» ha detto. «Anche questa rappresenta una priorità per l’Italia. Abbiamo riunito a New York tutti i Paesi dei Balcani occidentali: quelli candidati e quelli che già fanno parte dell’ Ue perché dobbiamo dare un chiaro segnale di attenzione a questa parte di Europa che deve riunificarsi all’Europa, cosa che era stata impedita a causa della dittatura comunista».
«Stiamo lavorando, ci sara’ una riunione a breve dei nostri gruppi parlamentari per discutere dei contenuti. Sarà una proposta che riguarderà la cittadinanza nel suo complesso: lo ius scholae dopo dieci anni, non cinque» il ministro si è pronunciato anche sul tema del rederendum sulla cittadinanza. «Siamo assolutamente contrari a ogni ipotesi di concedere la cittadinanza dopo cinque anni di studi. Ne servono almeno dieci perchè si è troppo piccoli dopo i cinque anni» ha spiegato Tajani. «Bisogna aver maturato la coscienza e l’italianità e, allo stesso tempo, bisogna anche avere criteri un po’ piu’ stretti per concedere la cittadinanza per lo ius sanguinis perche’ troppe cittadinanze sono state concesse solo a chi voleva un passaporto per andare negli Usa o per venire in Europa e non voleva essere italiano. Non conoscono neanche la lingua, quindi bisogna fare un passo in avanti per dare una riforma seria e credibile sulla cittadinanza. Questo non ha nulla a che vedere con l’ immigrazione illegale. E’ una questione he riguarda i diritti. Noi siamo fortemente impegnati. Ma prima di presentarla in Parlamento, la presenteremo ai nostri alleati se la vogliono condividere. Altrimenti la presenteremo come Forza Italia»