Ventotto anni, di Sessa Aurunca, medico e un curriculum politico-amministrativo chilometrico per uno della sua età. Massimo Schiavone è candidato con il Partito democratico alle europee dell’8 e 9 giugno nella circoscrizione Meridionale. Lo ha voluto in lista il commissario regionale dei dem campani Antonio Misiani: “Massimo, il Pd ha bisogno di te in questa battaglia elettorale”. E Massimo non si ci ha pensato due volte: “Quando il partito chiama io rispondo sempre presente”. Una candidatura di servizio che Schiavone affronterà con il consueto entusiasmo, consapevole che non correrà per vincere ma per dare una mano in particolare ai dem casertani e campani. La scelta del partito di puntare anche su di lui è una doppia soddisfazione: il 28enne è di Sessa Aurunca, città del presidente del consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero. Ma Misiani non ha avuto dubbi: spazio ai giovani valenti che si sono impegnati nel Pd. A “casa sua” Schiavone dovrà faticare il triplo per raccogliere voti. È più probabile che Oliviero si trasformi in Belen piuttosto che dica ai suoi di scrivere il nome di Schiavone sulla scheda elettorale. Massimo lo sa. Ma la sua discesa in campo per il Parlamento europeo non è un regolamento di conti, né tantomeno l’ennesima occasione per alimentare le guerre tra bande che da anni azzoppano i dem della provincia di Caserta, non a caso commissariati e guidati dalla senatrice Susanna Camusso. Per Schiavone la campagna elettorale sarà un momento di confronto con il popolo democratico che vuole fermare l’avanzata della destra in Europa e ridare al partito un ruolo centrale anche nello scacchiere politico internazionale. Nel 2016, quando era giovanissimo, il candidato democrat alle europee ha ricoperto la carica di presidente del consiglio del Comune di Sessa Aurunca, dove tuttora fa parte del civico consesso. Dal 2016 ad oggi un crescendo: delegato nazionale del Pd, consigliere provinciale e candidato alle regionali con il brillante risultato di quasi 7mila voti raccolti. Ora l’impegno per le europee. Un sacrificio fatto per il partito. Ma anche un prestigioso riconoscimento politico per un giovane che ha dato e può dare ancora ai dem sul piano provinciale e regionale. A patto che il Pd casertano ritorni a fare politica e getti nel cassetto i personalismi che lo hanno fortemente penalizzato finora. Un partito perennemente in guerra non è attrattivo per i giovani e rischia di perdere anche il sostegno di militanti e dirigenti storici. Serve una pacificazione. Chi crede nei miracoli è ottimista. Gli atei sono molto più scettici.

Mario De Michele

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