Donald Trump ha elogiato i generali di Adolf Hitler per la loro lealtà al dittatore tedesco e ha detto che avrebbe voluto che il personale militare americano gli dimostrasse la stessa deferenza. Lo rivela un nuovo articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista The Atlantic. “Ho bisogno del tipo di generali che aveva Hitler”, avrebbe detto durante una conversazione privata alla Casa Bianca quando era presidente. “Persone totalmente leali, che seguono gli ordini”, avrebbe sottolineato, dimenticando che gli ufficiali militari americani, compresi i generali, giurano fedeltà alla costituzione e non al comandante in capo. Non è la prima volta che trapelano commenti simili di Trump su Adolf Hitler e i suoi generali. In un libro pubblicato nel 2022, “The Divider: Trump in the White House”, dei giornalisti Peter Baker e Susan Glasser, si racconta che il tycoon chiese al suo allora capo di stato maggiore, John Kelly, “perché non potete essere come i generali tedeschi?”. Quando The Atlantic ha chiesto di recente a Kelly dello scambio, il generale dei Marine in pensione lo ha confermato. “Intendi i generali di Bismarck?”, rispose Kelly, come ha riferito lui stesso alla rivista. “Sapevo – ha proseguito – che non sapeva chi fosse Bismarck, o della guerra franco-prussiana. Allora ho detto, ‘Intendi i generali del Kaiser? Di sicuro non puoi intendere i generali di Hitler’. E lui ha detto, ‘Sì, sì, i generali di Hitler’. Gli ho spiegato che Rommel ha dovuto suicidarsi dopo aver preso parte a un complotto contro Hitler”. “Questo è assolutamente falso. Il presidente Trump non ha mai detto questo”, ha replicato Alex Pfeiffer, della campagna di Trump. The Atlantic ha pubblicato un ritratto da brividi di Donald Trump, citando un episodio avvenuto sotto la sua presidenza, a dimostrazione del comportamento indignato di Trump verso i membri delle forze armate.
La storia parte dall’aprile 2020 quando Vanessa Guillén, 20 anni, arruolata nell’esercito americano, venne uccisa e smembrata da un commilitone a Fort Hood, Texas. L’assassino, aiutato dalla sua fidanzata, aveva bruciato il corpo di Guillén. I resti erano stati scoperti due mesi dopo, sepolti in una zona vicino alla base. Figlia di immigrati messicani, Guillén era cresciuta a Houston. Il suo omicidio aveva sconvolto il Texas. Fort Hood era diventato un posto famigerato per il rischio che potevano correre i soldati donna. I membri del Congresso avevano invocato una riforma. Poco dopo la scoperta dei resti, Trump aveva invitato alla Casa Bianca la famiglia della vittima e aveva speso con i parenti venticinque minuti, in favore di telecamera, promettendo loro di pagare tutte le spese del funerale. Trump si era poi vantato con i giornalisti di aver sostenuto privatamente le spese di molti funerali di soldati americani, ma senza fornire prove. Una cerimonia pubblica si era tenuta a Houston, seguita da una in forma privata. Mesi dopo, Trump aveva chiesto al suo staff se fosse stato addebitato a loro il conto del funerale. Gli avevano detto di sì. “E quanto ci è costato?”. “Sessantamila dollari”, era stata la risposta. Secondo la ricostruzione fatta da The Atlantic, Trump aveva reagito con rabbia: “Non costa 60mila bigliettoni seppellire una fottuta messicana”. Poi il tycoon si era rivolto al capo dello staff, Mark Meadows, e gli aveva dato un ordine: “Non pagarlo”. Ore dopo Trump si era sfogato con una persona: “Non ci crederai, dei maledetti hanno provato a fregarmi”.