Sia chiaro, è un fatto positivo l’inaugurazione della sede rinnovata dell’ex Municipio Atellano che ospiterà il nuovo allestimento del museo archeologico dell’agro atellano (nelle foto). Lo diciamo con estrema onestà intellettuale. A differenza di siti locali di pseudo-informazione non abbiamo beneficiato di banner pubblicitari, ma ovviamente i mancati “incentivi” non incidono affatto sulla nostra valutazione generale. L’apertura dello storico edificio, sede del comune Atella di Napoli, avvenuta mercoledì scorso, rappresenta un’occasione di rilancio culturale di una vasta area e può diventare un polo museale di riferimento per l’intera regione. Certo, bisognerà lavorare per la sua reale valorizzazione e per la vera “messa a sistema”, altrimenti il taglio del nastro resterà uno spot senza alcun riflesso a livello territoriale.

BANDO DA 495MILA EURO AI PASCALE E LOCAZIONE A ZERO EURO

A monte però c’è un nodo ancora da sciogliere. La proprietà dell’immobile è così ripartita: il 47,54% è di Orta di Atella, il 31,63% di Succivo e il 20,83% di Sant’Arpino. Quest’ultimo, indicato come ente capofila, candida l’ex Municipio Atellano al bando storico-artistico-culturale 2017 intitolato “Il bene torna “comune” e promosso dalla Fondazione con il Sud, che considera l’immobile rispondente ai requisiti richiesti. L’obiettivo è nobile: riqualificare l’ex Municipio Atellano con un accordo di programma tra i tre enti locali e la Direzione Regionale Musei Campania, che avrà in gestione la struttura per 80 anni. La Fondazione con il Sud apre il capitolo del “partenariato” rivolto al terzo settore con un bando di 495mila euro che si aggiudica la società cooperativa Terra Felix della famiglia Pascale con il progetto “Fabula, laboratorio di comunità”. I partner sono: FISHCampania, Cantiere giovani, Associazione teatrale culturale Il Colibrì, Istituto di studi atellani, APS Pro Loco Sant’Arpino, Fabula laboratorio di comunità, Creactivitas-Creative Economy Lab, Social Techno Impresa sociale s.r.l. Tralasciamo la presenza tra i partner a pagamento dei soliti noti (gestione “santarpinocentrica”) e torniamo al ruolo centrale degli enti locali. Il nodo gordiano riguarda Orta di Atella. A differenza di Succivo e Sant’Arpino, l’amministrazione comunale ortese non ha ancora approvato e sottoscritto il secondo accordo di programma. Perché? Qui veniamo al sodo. Nel giugno 2019 viene firmato il contratto di locazione tra Sant’Arpino (comune capofila) e Terra Felix per l’utilizzo di una parte dell’immobile anche a fini commerciali con la nascita di un bar-ristorante. Canone di locazione: zero euro. Inizialmente è fissato a 12mila euro all’anno. Poca roba lo stesso. L’intero importo a carico di Terra Felix viene successivamente scomputato per le “spese di ristrutturazione e di adeguamento pari a 168mila euro”. Per coprire tutti gli oneri la locazione passa da 10 a 14 anni. E per “i primi 14 anni non è prevista la corresponsione di alcun canone”. Indicata anche l’immancabile voce: “salvo eventuale proroga”.

DISSESTO FINANZIARIO, PARERE ALLA CORTE DEI CONTI E FURBATE

Orta di Atella è un comune in dissesto. Non può concedere gratis a privati i propri beni, inclusi quelli in comproprietà come il Municipio Atellano. Lo dice la legge. C’è poco da discutere. Per crearsi una rete di salvataggio lo scorso 15 marzo il sindaco ortese Antonino Santillo invia una richiesta di parere alla Corte dei Conti (primo link in basso). La risposta arriva il 30 aprile (secondo link in basso). C’è il via libera. Ma il primo cittadino fa una furbata, per non dire altro. Chiede ai giudici contabili se il comune può dare in comodato gratuito l’immobile alla Direzione Regionale Musei Campania per 80 anni. Su questo punto ottiene l’ok. Ed era scontato perché si tratta di un’altra amministrazione dello Stato. La domanda corretta da porre era ed è un’altra: il comune di Orta di Atella può affidare alla Terra Felix, associazione privata, un bene o parte di esso di cui è comproprietario in comodato d’uso gratuito? La risposta della Corte dei Conti sarebbe stata altrettanto scontata: “No”. Che Santillo abbia fatto una furbata, sempre per non dire altro, lo attesta un elemento “chiarificatore” sottolineato dai giudici contabili: “Si precisa che la richiesta di parere è priva di allegati”. E vi pare poco? È come se il comune chiedesse un parere pro veritate ad un avvocato senza consegnargli gli incartamenti. Che valore legale avrebbe? Nonostante tutto Santillo è in prima fila all’inaugurazione non solo del museo ma anche del bistrot gestito dalla Terra Felix (nelle foto).

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI

Ne discendono alcuni interrogativi di rito. Il primo: come è stato possibile aprire la struttura senza che il consiglio comunale di Orta di Atella abbia approvato la convenzione tra gli enti? Il secondo: chi ha consegnato le chiavi dell’immobile, che per quasi la metà è di proprietà del comune di Orta di Atella, alla famiglia Pascale di Terra Felix? Il terzo: perché Santillo non ha ancora portato in assise l’approvazione della convenzione dopo due mesi dal parere della Corte dei Conti? Il quarto: siamo davvero certi che oltre a eventuali reati amministrativi non si configurino anche rilievi penali? Il quinto: i consiglieri comunali ortesi si sono presi la briga di occuparsi con attenzione di una questione importante che lede gli interessi dei cittadini? Ultima domanda: è mai possibile che ad Orta di Atella gli illeciti si debbano impedire soltanto tramite esposti alla magistratura? Post scriptum: a prima vista, ma anche a seconda e terza, sembra davvero inutile avere in carica un sindaco, cinque assessori e sedici consiglieri comunali.

Mario De Michele

(continua…)

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LE FOTO DELL’INAUGURAZIONE



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