“Gli italiani dovrebbero farci un monumento”. Berlusconi apre il consiglio nazionale del Pdl e fa eleggere subito per acclamazione il ministro della Giustizia Angelino Alfano segretario del partito.

“Lo conosco dalla fondazione, è un uomo generoso, leale, un ragazzo intelligente che non mente mai. Questa è un’investitura prebiscitaria”. E il primo segretario del Pdl ripaga il premier con un discorso carico di omaggi e ricordi: “Nel 1994 vidi in tv un imprenditore con il sole in tasca. E aderii a Forza Italia”. Nello statuto, le cui modifiche sono lette da Denis Verdini, si stabilisce che “il segretario viene eletto su proposta del presidente nazionale del Pdl, a maggioranza semplice dei partecipanti al consiglio nazionale. Può durare in carica al massimo tre anni ed è rieleggibile”. In precedenza il premier aveva parlato della situazione politica post-elezioni. “Siamo ancora il primo partito, checché ne dica il Pd. Bisogna riconquistare i nostri elettori, che sono solo indecisi, non sono andati da un’altra parte”. E ha attaccato la Rai: “E’ stata implacabile, abbiamo perso anche per questo”. “In altre situazioni, i leader degli altri Paesi sono al 20%. La signora Merkel era scesa al 24%, poi dopo due decisioni fortunate, il no alla guerra in Libia e il no al nucleare, ha recuperato il 18% dei consensi” sostiene il Cavaliere, citando poi i casi di Spagna e Portogallo. “Noi siamo riusciti a fare meglio di altri Paesi, sono consapevole che gli italiani, non viziati dalla rappresentazione fatta dai media italiani, dovrebbero farci un monumento. E lo dico sapendo che per qualcuno posso sfiorare il ridicolo”. Il capo del governo si è quindi soffermato sulla manovra. Il superbollo sulle auto di grossa cilindrata è “l’unica misura contro il programma” assunta dall’esecutivo. Il premier ha scherzato: “Un signore di cui avete sentito parlare ultimamente, un certo Guido, Giulio Tremonti, mi ha ricattato con un ragionamento ficcante e ho dovuto ammettere che i proprietari di auto di grossa cilindrata possano fare un piccolo sacrificio”. Subito riforme e nuova architettura istituzionale. Il premier ha detto che insisterà sulla riforma della giustizia e sulle intercettazioni. “Gli italiani hanno il diritto alla privacy e alla libertà”. Annunciata anche la riforma del fisco e una nuova “architettura istituzionale”. “Dobbiamo andare nella direzione di un cambiamento dell’assetto del potere che si erano dati i nostri padri costituenti – spiega Berlusconi -. I padri costituenti avevano diviso il potere tra il capo dello Stato, la Corte costituzionale e il Parlamento. Al presidente del Consiglio hanno riservato solo la possibilità di presentare i disegni di legge o i decreti legge. Oggi ci troviamo in un sistema così. A volte vengo preso dallo sconforto”. “Il governo – prosegue la disamina di Berlusconi – può solo presentare disegni di legge, presentarli al Parlamento e poi vanno nelle commissioni e in Aula e vengono cambiati continuamente. Alla fine di questo itinerario c’è il giudizio del Capo dello Stato, che potrebbe rintracciare elementi di incostituzionalità. Ma se la legge non piace alla magistratura di sinistra e ai suoi pubblici ministeri questa legge viene impugnata. La Corte costituzionale è costituita da 11 membri della sinistra e 4 del centrodestra. Ebbene qualche cittadino a cui ho spiegato questo sistema, mi ha detto: ‘allora e’ inutile andare a votare’. Per questo motivo – conclude il Capo dell’esecutivo – dobbiamo riscrivere l’architettura dello Stato. Dobbiamo dare al governo pieni poteri, ripartire meglio i poteri. Credo che sia un impegno importante”. Il partito. “Lasciamoci alle spalle le divisioni del 70-30, la diaspora di Fini è ormai superata. Ci riconosciamo nel Partito popolare europeo. Vorrei che il lascito della mia partecipazione alla politica sia una grande formazione che raccolga tutti gli elettori moderati del centrodestra”. “Sono emozionato – aggiunge il premier – perché sapete con quanta passione sono sceso in campo per lasciare una professione che amavo moltissimo. Ho subito attacchi fisici, patrimoniali, politici. Ho sacrificato sull’altare della libertà la mia vita, ma la vostra unità mi ripaga di tutto questo”. Alfano: “Sempre creduto nel progetto Berlusconi”. “Caro presidente, questa mattina il mio papà mi ha portato il santino della mia prima campagna elettorale…”. Inizia così il discorso di Angelino Alfano da primo segretario del Pdl. “Era la primavera del 1994 – ricorda – e mi ero candidato al consiglio provinciale di Agrigento. Avevo finito i miei studi a Milano ed ero un giovane di 23 anni che credeva nel bipolarismo, credevo nel suo progetto di società, presidente Berlusconi, dove chi ha talento e merito deve farsi avanti”. “A 23 anni vidi in tv un imprenditore che aveva il sole in tasca, sentii una musica, un jingle – prosegue Alfano tornando indietro con la memoria -, e vidi un uomo che mi spinse alla mia prima campagna elettorale, che mi spinse ad aderire a Forza Italia. Lo decisi unilateralmente, senza parlare con Berlusconi, perché lui lo vedevo in televisione, lo vidi in quello splendido annuncio del gennaio del 1994. Credevo in quell’uomo e in quella musica”.

 

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