L’endorsement a Matteo Renzi, lo sfidante di Pier Luigi Bersani alle primarie del Pd. La bocciatura dei vincoli europei che impediscono la crescita in Italia e la promessa di abolire l’Imu, quest’ultima che fa quasi presagire un imminente ritorno in campo. Silvio Berlusconi, nell’intervista con il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, non si risparmia nulla: politica ma anche molti momenti di amarcord. Complice infatti la location, la nave da crociera che ospita i lettori del Giornale, l’ex premier si lascia andare ai ricordi di gioventù, primi fra tutti gli anni come musicista proprio sulle navi.
E così nel teatro della Msc, va in scena il Berlusconi show. L’ex premier – dopo un lungo silenzio – attinge dal suo repertorio classico: i primi passi da imprenditore, l’approdo in politica con Forza Italia fino agli ultimi giorni da presidente del Consiglio. Lo sguardo, però, è al futuro. E nel mirino finisce Matteo Renzi. Una simpatia storica, quella di Berlusconi nei confronti del sindaco di Firenze, protagonista di un pranzo ad Arcore diversi mesi fa: “Porta avanti le nostre idee sotto l’insegna del Pd” è l’opinione dell’ex capo del governo, convinto che sotto la guida del primo cittadino fiorentino la sinistra “possa diventare finalmente un partito socialdemocratico”. Parole di elogio che però suonano a diverse orecchie, non solo del Pd, come uno vero e proprio tentativo di mettere in difficoltà il sindaco di Firenze. Lo pensa il coordinatore della campagna elettorale di Renzi, roberto Reggi (“Berlusconi che elogia Renzi? Tenta di fargli lo sgambetto”), mentre il diretto interessato non replica direttamente anche se, parlando di Monti, sottolinea come l’attuale premier abbia avuto gioco facile a governare dopo il Cavaliere: “Anche il pulcino pio poteva fare meglio di Berlusconi…”. Una battuta che il Cavaliere, già in volo, non ha potuto sentire in presa diretta anche se si potrebbe considerare una controreplica il passaggio dell’intervista in cui usa toni pesanti nei confronti delle politiche economiche del suo successore che ricorrendo eccessivamente alla leva fiscale “uccide la crescita”. Una stoccata arriva alla Germania, ma soprattutto ai vincoli imposti da Bruxelles. Il fiscal compact, accusa il Cavaliere, blocca la “crescita” mentre non nasconde lo scetticismo in merito al fondo salva stati: “Difficilmente funzionerà visto che serve la maggioranza dell’80%”. A finire sul banco degli imputati è anche il comico Beppe Grillo, per la prima volta attaccato frontalmente dall’ex capo del governo: “E’ un bravo comico, ma continua ancora a fare quel mestiere”. Nessuna novità invece sulla decisione di candidarsi o meno alla guida del partito. Anche nei colloqui avuti in privato l’ex capo del governo ha fatto capire di voler aspettare non solo la legge elettorale ma anche le elezioni in Sicilia e l’esito dello scontro tra Renzi e Bersani. Certo è che l’annuncio di volere “abolire l’Imu” criticare “la pressione fiscale” e la convinzione di non “voler consegnare il Paese alla sinistra” fanno ben sperare quanti nel Pdl invocano un ritorno in prima linea.