Il vertice fiume a palazzo Grazioli conclusosi a notte inoltrata non risolve i tanti problemi di cui é ormai vittima il Pdl. Un partito da mesi allo sbando, dove a tenere banco sono le guerre interne, i malumori e, da ultimo, gli scandali nelle Regioni. E così Silvio Berlusconi a differenza delle altre volte in cui lasciava che i dirigenti pidiellini elencassero la lista infinita di ‘nodi’ da sciogliere, ha preso la parola per mettere subito in chiaro una cosa: Il Pdl così com’é va ormai archiviato.

Così com’é non funziona, bisogna cambiare. L’ex capo del governo non avrebbe nascosto la forte irritazione per le liti ormai quotidiane che animano il partito ed avrebbe posto allo stato maggiore pidiellino una sorta di aut aut: Io – avrebbe detto – non ho intenzione di cacciare nessuno, ma l’obiettivo a cui miro è quello di dar vita un nuovo progetto in grado di essere più competitivo alle prossime elezioni. Parlare di un nuovo ‘predellino’ forse è prematuro anche perché lo stesso ex premier ai suoi fedelissimi avrebbe comunque confidato di voler aspettare ancora prima di lanciare il cosiddetto Pdl 2.0. Il Cavaliere starebbe però lavorando ad un’iniziativa “non convenzionale”, la definiscono i suoi, sicuramente non un’assemblea di partito. Un evento con cui rilanciare il partito e segnare un solco rispetto al ‘vecchio’ Pdl orami solo sinonimo di caos. A ‘pesare’ nella definizione della strategia (si parla di ancora 20 giorni di attesa prima di sdoganare il progetto) c’é ovviamente il capitolo legge elettorale. L’ennesima fumata nera sembra convincere sempre di più l’ex premier che alla fine si arriverà ad una sorta di Porcellum con pochi ritocchi. Altra questione non indifferente poi è l’esito delle primarie del Pd a cui il Cavaliere guarda con attenzione. Il tipo di legge elettorale che sarà messa in cantiere potrebbe anche rimettere in primo piano l’ipotesi di una scissione con gli ex An. Se al momento la partita è sospesa non é detto che il nuovo soggetto a cui pensa il Cavaliere possa andar bene alla componente aennina così come non è esclusa l’ipotesi, che resta sempre sullo sfondo, di dar vita ad un partito connotato più a destra, magari alleato con il movimento del Cavaliere. L’idea che ha in mente Berlusconi è sempre quella di un partito snello, con poche sovrastrutture, che possa ricordare la vecchia Forza Italia. Un contenitore moderato che andrebbe a pescare nella cosiddetta società civile. E non è detto che a guidarlo debba essere l’ex premier. Non sfugge ormai a nessuno la possibilità che Berlusconi alla fine decida di non ‘riscendere’ in campo, il problema però spiegano chiaramente dal partito è riuscire a trovare in tempi rapidi ‘un papa straniero’, che al momento non c’é. Nel corso del vertice ieri a via del Plebiscito sarebbe spuntato di nuovo fuori il nome di Luca Cordero di Montezemolo, che però non sembra intenzionato a rientrare in un progetto connotato solo nel centrodestra. L’indecisione del Cavaliere ha come effetto quello di aumentare i mal di pancia, sopratutto di azzurri della prima ora, pronti a traslocare altrove.

 

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