Pier Luigi Bersani continua a non voler sentir parlare di alleanza con quello o quell’altro partito ma ripete che il piano del Pd è aprirsi al “civismo” e “portare una proposta di dialogo con forze centrali, moderate e democratiche”. Niente nomi, nessuna citazione di Pier Ferdinando Casini o dell’Udc, ma piuttosto una sorta di identikit: dovranno essere “pro Europa” e non per “no euro, no tasse o no immigrati”.
“Il senso politico della nostra operazione – spiega al Forum delle assemblee del Pd del Nord – è attrezzare un’area di progressisti che non sia solo politicista ma che si rivolga ai civismi di questa società, che chiami una risposta civica e portare a una proposta di colloquio di dialogo con forze centrali, moderate e democratiche. Chi saranno? Si vedrà”. “Non devono essere no euro, no tasse, no immigrati. Devono essere pro Europa – aggiunge – e questo è il senso e non mi si chiedano tutti i giorni particolari in cronaca. Questa è l’onda di fondo che è così, lo diciamo da due anni, e le increspature le vedremo”. Intanto Bersani ha chiesto ai segretari regionali di stilare un elenco di liste civiche che ci sono per poi parlarne insieme a Roma. “Non dobbiamo avere paura di perdere la barra del ruolo del partito – conclude -. Il Pd non è un contenitore di pulsioni indistinte. Il buono è anche fuori. Non si tratta di inglobare ma di dare la mano”.