”Berlusconi prenda atto dell’imbarazzo in cui rischia di mettere il Parlamento e si dimetta prima della riunione della giunta del Senato. Un gesto che avrebbe anche questo un grande significato politico: Berlusconi, pur legittimamente criticandola, riconosce la sentenza di condanna e i suoi effetti. Dimettendosi da parlamentare non rinuncia certo a guidare la sua formazione politica ma lo fa da cittadino che rispetta le leggi.
A quel punto ritengo che anche per il Capo dello Stato sarebbe piu’ semplice riconoscere quel gesto politico, forse con la commutazione della pena principale”. Cosi’ la deputata del Pd Rosy Bindi in un’intervista a Repubblica. In tema di agibilita’ politica, ”non si puo’ chiedere al Presidente della Repubblica e al Parlamento di violare la Costituzione e le leggi”, afferma Bindi, secondo cui il messaggio del Capo dello Stato ”e’ ineccepibile da tutti i punti di vista e non lascia spazi di interpretazione: dice che la sentenza va applicata”. Per la ex presidente del Pd ”l’idea che la legge Severino sia interpretabile nel punto in cui impone la decadenza del parlamentare condannato e’ un’idea abbastanza bizzarra. C’e’ addirittura un articolo preciso della Severino che specifica che se i motivi di incandidabilita’ si verificano mentre il parlamentare e’ in carica, la decadenza e’ immediata”.