“Ho grandissimo rispetto per la piazza della Cgil e per i parlamentari che hanno partecipato a quella manifestazione. Ma io sono per il cambiamento che e’ nel dna della sinistra. E a casa mia la sinistra che non si trasforma si chiama destra”. Cosi’ il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, risponde alle domande di Bruno Vespa per il libro ‘Italiani voltagabbana’. Quella, aggiunge Renzi, “non era la piazza del Pd, ma c’era anche gente del Pd. Se penso di perderla? E’ piu’ facile perdere qualche parlamentare che qualche voto. La modifica dell’articolo 18 preoccupa piu’ qualche dirigente e qualche parlamentare che la nostra base. Se si arrivasse a una scissione, ma non ci si arrivera’, la nostra gente sarebbe la prima a chiedere: che state facendo?”. “Se qualcuno dei nostri vuole andare con la sinistra radicale che ha attraversato gli ultimi vent’anni, in nome della purezza delle origini, faccia pure: non mi interessa. E’ un progetto identitario fine a se stesso e certo non destinato a cambiare l’Italia. Lo rispetto, ma non mi toglie il sonno”. Dice ancora Renzi a Vespa. “Il sonno – aggiunge il presidente del Cosngilio – me lo tolgono le crisi industriali, i disoccupati, la mancanza di peso nella lotta alla burocrazia, certo non Vendola o Landini”. E quella con la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso “Non e’ una questione di feeling personale, ci mancherebbe. E’ un’idea del Paese, della sua modernizzazione, del ruolo di governo e della rappresentanza civile, non un fatto umano o interpersonale”. Il premier intende andare avanti sul jobs act: “La delega sul lavoro alla Camera non cambiera’ rispetto al Senato. Alcuni dei nostri non voteranno la fiducia? Se lo fanno per ragioni identitarie, facciano pure. Se mettono in pericolo la stabilita’ del governo o lo fanno cadere, le cose naturalmente cambiano. A differenza del passato io non ho il complesso del ‘nessun nemico a sinistra’”.