“Non ho mai mentito o nascosto qualcosa agli italiani e per questo continuerò il mio impegno politico a testa alta”. Niente dimissioni da presidente della Camera, quindi, per Gianfranco Fini che oggi ha scelto di andare avanti confortato dalla Procura di Roma che confermava come dalle rivelazioni dell’Espresso non ci fossero novità tali da rivedere la decisione dello scorso marzo di archiviare l’inchiesta sulla casa di Montecarlo. Anzi, è passato al contrattacco assicurando che “non si farà condizionare” dall’uscita di nuovi documenti.

Ma l’atmosfera che si respirava oggi nei corridoi di Montecitorio era pesante e per tutto il pomeriggio si sono succeduti ‘rumours’ che parlavano di imminenti dimissioni del presidente della Camera. Niente di tutto questo: dopo un minivertice nei suoi uffici (c’era anche Giulia Bongiorno, deputata ed avvocato), Gianfranco Fini ha rotto gli indugi. “Non intendo farmi condizionare dalla ciclica comparsa di documenti, più o meno autentici, sulla casa di Montecarlo”, ha fatto sapere attraverso una nota. Ma lo scandalo della casa di Montecarlo che era di An continua a perseguitare il presidente della Camera con tutte le imbarazzanti implicazioni familiari che comporta. Il ruolo del cognato Tulliani, Giancarlo, il fratello della sua compagna Elisabetta, rientra ciclicamente in gioco alimentando le batterie del centrodestra che non perde occasioni per ridare corpo al mantra delle dimissioni. Il più efficace è stato Umberto Bossi che ha fulminato Fini con una battuta: “quello non si dimette nemmeno se gli spari. E’ inutile parlarne”, ha detto laconico proprio a Montecitorio. Mentre i media del centrodestra lo attaccano a testa bassa, il segretario della Destra, Francesco Storace, gioca con le parole per pungerlo: “Fini cammini a testa bassa. Siamo indignati da tanta protervia”. Più dolorosa, forse, per il presidente della Camera sarà stata l’uscita di un suo ex collaboratore, il politologo Alessandro Campi, docente di storia del pensiero politico all’Università di Perugia, già direttore scientifico della Fondazione “FareFuturo”. Fini si dimetta da presidente della Camera e rifletta sulla possibilità di uscire dalla scena politica non ricandidandosi: “un suo passo indietro sarebbe apprezzato dagli italiani”, ha scritto su Facebook. Ma la scelta del leader di Fli non lascia margini di dubbio: “basta leggere gli ultimi per capire che non contengono nulla di nuovo e definitivo rispetto all’effettiva proprietà. Esattamente come nell’estate di due anni fa”, premette Fini nella nota diffusa al termine di una giornata nervosa. “Da allora, l’unica certezza é l’archiviazione in sede giudiziaria della denuncia a mio carico. Nell’ambito della mia vita privata quanto scritto dall’Espresso suscita in me profonda amarezza per comportamenti che non condivido. Ma questo – conclude il presidente della camera – é un aspetto tutto e solo personale. Non ho mai mentito o nascosto qualcosa agli italiani e per questo continuerò il mio impegno politico a testa alta”.

 

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