“Dissi a settembre che per noi dopo Monti c’é solo Monti” e “dopo quattro mesi le mie convinzioni si sono rafforzate, non indebolite”. Quindi per Pier Ferdinando Casini Pier Luigi Bersani, come ribadisce in una intervista ad Avvenire, potrà fare il premier solo con una ‘doppia maggioranza, se riuscira’ cioé a conquistare sia Camera che Senato.

Per il leader Udc nella prossima campagna elettorale “la vera sfida è tra la sinistra e l’area della responsabilità, tra Bersani-Vendola e Mario Monti” perché “la gente ha capito che Berlusconi non è più un’alternativa credibile. Il Paese, dice, ha bisogno di cambiamento e “se essere progressisti significa non fermarsi davanti ai poteri costituiti bene, noi lo siamo”. Anche perché l’Italia ora è “ingessata” anche per “il sistema di potere delle Regioni rosse e di quello della Lega al Nord”. Ma Bersani, appunto, ha “Vendola come principale alleato” che “vuole smantellare il lavoro di Monti” e per il segretario “sarà compito proibitivo tenere la barra dritta e resistere al richiamo della foresta”. Nel nuovo progetto, aggiunge, tocca a “Monti giocare da protagonista, a guidarci in campagna elettorale. E’ lui il candidato premier ed è lui ad avere carta bianca”, Monti è “il disegno, il Progetto; io sono soltanto una parte”. E “dopo tanti anni di vita parlamentare – dice – la passione per la politica è sempre forte. Ma ruoli e incarichi mi sono del tutto indifferenti”. Casini si dice poi favorevole a costituire un gruppo parlamentare unico “che potrebbe assomigliare a una sezione italiana del Ppe”. E sui ‘valori’ assicura che “l’Udc sarà chiara: nessun arretramento sui valori, nessun compromesso sulla vita… Guardiamo da sempre con attenzione lavoro e proposte dell’associazionismo cattolico. E lo faremo di più in questi giorni dove si lavora sulle candidature”. Nelle quali “il rinnovamento sarà profondo” ma “senza rottamazione”.

 

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