C’era la Cia dietro Mani Pulite? “Il viceambasciatore Usa ha definito la cosa una stupidaggine, anche se il termine inglese ha un significato peggiore. Quello e'”. Lo ha detto Antonio Di Pietro a Tgcom24. “Questa idea di fare dei telefilm fa comodo a coloro che vorrebbero che fosse riscritta la storia
– sostiene il leader Idv – Mani pulite non fu un’operazione politica ma giudiziaria, anche se certo che le conseguenze furono anche politiche ma dipese dal fatto che i politici facevano i ladri e non i politici”.
“L’operazione, per la prima volta, scopri’ fatti che ci fecero guardare con ammirazione da parte degli altri Paesi – sottolinea Di Pietro – Nel ’91 non sapevo nemmeno io come sarebbe finita la questione. Andavamo in giro per il mondo e portavamo in giro l’immagine di un’Italia che non era piu’ mafia e spaghetti ma un Paese che voleva combattere la corruzione. Gli altri Paesi ci guardavano con ammirazione”. “Io al Dipartimento di Stato Usa? Io sono andato in giro per il mondo perche’ stavamo facendo le rogatorie – precisa – mi invitarono alla New York University e in altre associazioni culturali americane in cui spiegavo le varie situazioni italiane. Confesso – scherza con una battuta – mi chiamo Bond, Tonino James Bond….”. Ma poi, serio, ribadisce: “Non ho mai incontrato nessuno della Cia, usciamo dai telefilm e prendiamo le cose per come sono in realta’. Il problema vero e’: chi ha trattato con la mafia? Noi abbiamo solo fatto il nostro dovere”.