“Il risultato di queste amministrative non va enfatizzato oltre i suoi indubbi limiti, ma richiede anche qualche seria riflessione. L’astensionismo così forte, anche se nettamente differenziato fra il centro-Nord e il Sud, è certamente un campanello di allarme: però non avere fatto l’election day è stato un grave errore perché si è richiesto a otto milioni di italiani di recarsi nuovamente alle urne dopo pochi mesi in una situazione nella quale il rapporto fra i cittadini e la politica è così difficile”: lo afferma Fabrizio Cicchitto (Pdl).
“Si è visto – sottolinea – che la linea della protesta globale e di una sorta di rifiuto pregiudiziale di ogni intervento politico positivo e costruttivo non è pagante e ha messo in crisi il Movimento 5Stelle”. La riflessione di Cicchitto si appunta in particolare sul partito: “Per ciò che riguarda il PDL sono assai importanti due questioni. In primo luogo è decisivo che il governo affronti positivamente il nodo della politica economica, con particolare riferimento all’Imu, all’Iva, alla detassazione per i nuovi assunti. E’ su questo versante che si gioca la partita decisiva. Il risultato non positivo di queste elezioni amministrative richiede però che si apra una riflessione sul PDL come partito. A nostro avviso non c’é contraddizione tra la leadership carismatica di Berlusconi e la costruzione, specie ai livelli regionali e locali, di un partito democratico in cui gli iscritti eleggano tutti i coordinatori, compresi quelli regionali e in cui le decisioni ai vari livelli locali, prese dopo un serio dibattito, devono essere vincolanti per tutti, in modo cogente, senza doppie liste, ricatti e separazioni seguite da ipocrite ricomposizioni. In sostanza, a mio avviso, Berlusconi deve essere sostenuto da un partito democratico e strutturato. Ciò a maggior ragione se viene ridotto, spero non totalmente abolito, il finanziamento pubblico. Infatti, siccome il finanziamento privato con l’aria che tira sarà molto limitato, bisognerà tesserare sostenitori e simpatizzanti e fare i congressi regionali e locali. In caso diverso le elezioni amministrative in alcune regioni saranno sempre un calvario”.