Botta e risposta a distanza, all’interno di Forza Italia, fra Daniela Santanché e il senatore Vincenzo D’Anna, avvenuto nel corso della trasmissione KlausCondicio, condotta da Klaus Davi e visibile su YouTube al link www.youtube.com/klauscondicio. Ad aprire le danze ci ha pensato la Pitonessa di FI annunciando un passo indietro dei dissidenti:” Torneranno nei ranghi. Queste riforme si devono fare e la sinistra nel proporle si è limitata a venire sul nostro terreno. In occasione della riunione dei due gruppi Berlusconi ha chiesto la fiducia a senatori e deputati. E’come quando un governo chiede la fiducia e tutti gli emendamenti decadono. Pertanto non credo che ci saranno dissidenti nel momento del voto. Dobbiamo compattarci tutti insieme e dare fiducia a Berlusconi. L’ipotesi che i dissidenti votino contro è estremamente remota. Rientreranno”.
A stretto giro la replica del senatore Vincenzo D’ Anna che, sempre a KlausCondicio, ha replicato alla deputata di Forza Italia: “Mai nella vita, se la riforma rimane questa. Nessun passo indietro, nella maniera più assoluta. Questa riforma è composta da un mix combinato fra abolizione del senato elettivo e legge elettorale, priva i cittadini di italiani del diritto principale di potersi scegliere i parlamentari: è invotabile. Non abbiamo comunque rimostranze nei confronti del partito e tantomeno del presidente Berlusconi, verso i quali abbiamo massima stima e considerazione” Nel corso del programma D’Anna ha anche espresso il “timore che nel senato non elettivo, non prevedendo alcuna indennità per i facenti parte, finiscano gli ‘scarti’, cioè quelli che non sono stati accontentati negli organigrammi dei consigli regionali. Per non parlare del conflitto di interesse: se è il governo che finanzia le attività delle Regioni (ad esempio la ripartizione dei fondi sanitari regionali) avremo dei soggetti proni all’esecutivo perche dipenderanno da esso o non avranno il coraggio di contrastarne le azioni. Noi vogliamo il senato elettivo e le preferenze.”
“Il Presidente Berlusconi, al quale sono sempre stato fedele, ha avuto nei miei riguardi uno scatto di nervosismo, niente di più. Lui deve capire che la democrazia chiede purtroppo pazienza, non sempre si può risolvere una questione politica con l’atto di fede. Si fosse trattato di una legge normale allora l’avremmo votata anche nostro malgrado, ma qui si parla dell’ossatura dello Stato. Io non ho paura. E di che cosa dovrei avere paura, di non essere ricandidato? Tornerò alla mia professione, ho sempre vissuto del mio lavoro di biologo”, lo ha affermato Vincenzo d’Anna, senatore di Forza Italia,
Poi ancora D’Anna ha aggiunto: “Il ruolo delle mafie nel condizionare il Parlamento credo sia stato enormemente sopravvalutato, in termini di incidenza. Ne è la prova il fatto che nelle zone dove doveva esserci maggiormente questo tipo di presenza, si sono avuti risultati diametralmente opposti a quello attesi. Sono stati votati parlamentari di sinistra quando la sinistra era all’opposizione e di destra quando la destra era l’opposizione. Credo che i clan, più che ai parlamentari, puntino ai sindaci e ai livelli amministrativi intermedi: sono interessati agli affari e agli appalti, sono interessati a fare soldi. Non è il livello parlamentare quello che interessa. Cosa se ne fanno dei peones, del singolo deputato o del singolo senatore? Assolutamente niente”.