Non si scusa né fa retromarcia. Anzi, insiste. Dopo che ieri il premier Mario Monti aveva indicato nella concertazione passata l’origine di molti “mali” presenti, oggi il governo, con i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero, ribadisce che va bene il dialogo con i sindacati ma alla fine “non si decide insieme”. Una linea che accentua il clima di scontro tra l’esecutivo e le parti sociali e che provoca la levata di scudi di Pier Luigi Bersani in difesa dei sindacati: “Il dialogo fa bene a tutti, io ho fatto parecchie riforme anche nettissime e le ho fatte sempre discutendo con tutti”. Pur consapevole di camminare in un campo minato, il governo non sembra avere alcuna intenzione di rinunciare al ‘credo’ che lo ha ispirato per tutte le trattative, dalla riforma delle pensioni a quella del lavoro. Come onestamente ammette oggi il ministro del Lavoro, se per concertazione si intende decidere insieme allora “questo non è il governo della concertazione”.
Perché, spiega il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, “l’uso distorto della concertazione ha creato problemi”, perché “in passato” ha “portato decisioni molto negative”. Ai sindacati, già sul piede di guerra, si unisce oggi l’altolà del segretario del Pd, da sempre convinto che riforme e dialogo sociale non sono in contraddizione. “Nessuno ha il diritto di veto – premette Bersani – ma penso che il dialogo fa bene a tutti”. Il leader Pd è preoccupato per l’atteggiamento assunto dall’esecutivo rispetto al dialogo sociale che non aiuta neanche i rapporti tra governo e partito democratico, a sua volta determinato ad ingaggiare una battaglia con l’esecutivo per correggere la spending review nei tagli alla sanità. “Il governo Monti ci sta avvitando in una involuzione economica ed anche democratica”, afferma il responsabile economico Stefano Fassina, da tempo critico verso i tecnici. E non vanno meglio per il governo i rapporti con gli imprenditori. Oggi il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, pur preferendo non commentare direttamente l’affondo di Monti alla concertazione, è tornato a criticare la riforma del lavoro, sostenendo che “qualche correttivo è necessario” e di aspettare di farsi convincere dal ministro Fornero sulla bontà della stessa. Sul confronto con le parti sociali si fa sentire, invece, Confcommercio. “Mi pare che il professor Monti abbia esagerato – sostiene il direttore generale Francesco Rivolta – le parti sociali finora hanno garantito la coesione sociale indispensabile per affrontare la crisi”.