E’ calato da poche ore il sipario sulle elezioni in Sicilia. In mattinata, dopo lo scrutinio, la scena si sposterà a Palazzo dei Normanni che ospiterà – nel più antico parlamento d’Europa – i nuovi eletti: il presidente della Regione e 89 deputati.
Alle ore 22, alla chiusura delle urne, nei 390 comuni siciliani l’affluenza è stata del 47,42% degli aventi diritto, pari a 2.203.885 elettori. In calo rispetto al 2006, quando, come ieri, i seggi rimasero aperti solo di domenica, e votò il 59,16%. Nel 2008, a fine consultazioni, si recò alle urne il 66,68% degli elettori, ma si votò per due giorni, e anche per Camera e Senato. Alle ore 19, alla seconda rilevazione sull’affluenza dei votanti, si era recato alle urne il 37,66% degli aventi diritto, pari a 1.750.074 elettori. Alle 12 l’affluenza alle urne era stata dell’11,31%, pari a 525.588 elettori. Erano in tutto 4.426.754 gli aventi diritto al voto, la maggioranza donne: 2.284.380. Un diritto al quale non ha voluto rinunciare Marianna Ragonese, che compirà oggi cento anni: ha votato nella prima sezione del comune di San Mauro Castelverde nel Palermitano, dove è nata. Urne chiuse invece a Ginostra nell’arcipelago delle Eolie dove per esprimere le loro preferenze i 50 isolani avrebbero dovuto recarsi a Stromboli, ma per il mare agitato l’aliscafo della compagnia delle Isole non ha effettuato il collegamento. Grande incognita nei risultati per il voto cosiddetto disgiunto: i cittadini hanno potuto scegliere tra un candidato governatore e una lista non ad esso collegata. Il seggio elettorale, a conclusione del voto ieri sera, è stato sigillato. L’elezione è a turno unico e quindi non è previsto alcun ballottaggio. Sarà eletto presidente della Regione il candidato che totalizzerà il maggior numero di preferenze. La legge di riforma costituzionale, che prevede l’abbassamento a 70 deputati, è in attesa della ‘seconda lettura’ alla Camera. A sala d’Ercole entreranno 80 deputati selezionati nelle liste provinciali, oltre al presidente della Regione, al candidato governatore arrivato secondo e agli 8 nomi presenti nel listino del vincitore. Sono dieci i candidati in corsa per la presidenza della Regione, 1.629 quelli inseriti nelle 19 liste collegate, tra cui 32 inquisiti con diversi guai giudiziari. Secondo i sondaggi la sfida per la vittoria sarà fra tre competitor: Rosario Crocetta (Pd, Udc, Api e Psi), Nello Musumeci (Pdl, Pid e Ld) e Gianfranco Micciché (Fli, Pds-Mpa, Gs e Mps). Occhi puntati anche al risultato del Movimento 5 stelle che candida Giancarlo Cancelleri, sostenuto da Beppe Grillo che per diciotto giorni è stato in giro per la Sicilia riempiendo le piazze di migliaia di persone. Per la sinistra, in campo c’é Giovanna Marano, sostenuta da Sel, Idv, Federazione della sinistra e Verdi, mentre Giacomo Di Leo è appoggiato dal partito comunista dei lavoratori. Gaspare Sturzo corre per la lista Italiani liberi e forti, Mariano Ferro per i ‘Forconi’, Cateno De Luca per la lista Rivoluzione Siciliana e Lucia Pinsone con Volontari per l’Italia. Tutti hanno detto di essere sereni in attesa dei risultati. Eppure chiunque vincerà le elezioni probabilmente non avrà la maggioranza in Assemblea. Il prossimo esecutivo dovrà trovare in aula lo schieramento che lo sosterrà. Il voto anticipato provocato dalle dimissioni del governatore Raffaele Lombardo, imputato per concorso esterno ad associazione mafiosa – la prima udienza del processo con rito abbreviato davanti al gup di Catania comincerà domani – costituisce il giro di boa sulla scorsa legislatura durata quattro anni, trascorsi in una clima di perenne scontro politico, con partiti di maggioranza (Pdl e Pid) passati all’opposizione e partiti di minoranza (Pd) transitati in appoggio all’esecutivo. La Regione chiuderà il 2012 con un debito di quasi 6 miliardi di euro, 100 mila precari e interi settori polveriera da riformare: dalle società controllate ai rifiuti, dai forestali alla macchina burocratica. Nel 2008, con un’affluenza alle urne del 66,68 %, si aggiudicarono i seggi Popolo Delle Libertà, Partito Democratico, Movimento per l’Autonomia, Unione di Centro, con il resto degli altri partiti che non riuscì a superare lo sbarramento del 5%. Con il 65,35 % (1.862.959 voti) Lombardo si impose su Anna Finocchiaro che con la sua coalizione chiuse al 30,38 % (866.044 voti). Sonia Alfano candidata da una lista ‘Amici di Beppe Grillo ottenne il 2,43 % con 69.511 voti.