Due ore di faccia a faccia al Quirinale tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente Giorgio Napolitano, sul tavolo il Patto per il 2014 e il rimpasto: si è conclusa così una delle giornate più convulse del governo Letta, iniziata in maniera difficile per le rivelazioni di Alan Friedman sul ruolo giocato da Napolitano, nella crisi del governo Berlusconi. Giorgio Napolitano, in una lettera al Corriere, bolla come ‘fumo’ le rivelazioni riguardo all’estate 2011, negando che sia stato un “complotto” come accusa Forza Italia.

“Nessuna difficoltà – scrive il capo dello Stato – a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011 e non solo in estate, conoscendolo da molti anni (già prima che nell’autunno 1994 egli fosse nominato Commissario europeo su designazione del governo Berlusconi) e apprezzando in particolare il suo impegno europeistico che seguii da vicino quando fui deputato al Parlamento di Strasburgo”. “Nel corso del così difficile – per l’Italia e per l’Europa – anno 2011, Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria sulle colonne del Corriere della Sera”, spiega ancora Napolitano sottolineando che Monti “appariva allora, e di certo non solo a me, una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del Paese”.

Le rivelazioni destano “forti dubbi sul modo di intendere l’altissima funzione di Presidente della Repubblica da parte di Napolitano”. Così i capigruppo di FI di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, che chiedono “urgenti chiarimenti e convincenti spiegazioni”. Il senatore Augusto Minzolini, dal canto suo, apre poi al Movimento 5 Stelle offrendo ai pentastellati una ‘sponda’ sul cosiddetto impeachment. “Di fronte a queste nuove rivelazioni – dice – andrà valutata sempre con maggiore attenzione – non fosse altro come occasione per ricostruire quei mesi e gettare una luce di verità sulla Storia del nostro Paese – la procedura di impeachment nei confronti del presidente Napolitano promossa da altri gruppi politici in Parlamento”.

 

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