“Ho letto le carte, e a una seconda lettura mi sono detto: ‘tutto qua?'”. Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Formigoni secondo il quale i giornalisti erano già avvisati la sera prima di quanto sarebbe successo questo pomeriggio. Ovvero della notifica dell’invito a comparire nei suoi confronti.

“Qual è l’atto corruttivo? Dov’é la corruzione? Io non l’ho trovata”. Lo ha detto Roberto Formigoni sulle accuse mossegli dalla Procura di Milano. “Sono tranquillo, non ho proprio nulla da temere dopo la lettura degli atti”, ha aggiunto il presidente della Regione Lombardia indagato per corruzione. Secondo Formigoni si tratta “dei soliti episodi, che ho già definito falsi o non a me riferibili o gravemente alterati”. “Alcuni di voi sono stati degni gazzettieri” dei magistrati: si è rivolto così il presidente della Regione Lombardia ai giornalisti in conferenza stampa, criticando anche il fatto che siano stati informati in anticipo dell’avviso di garanzia a suo carico. “Avete svolto il compito che vi siete auto affidati – ha aggiunto – con grandissima diligenza”. “Se fossi andato al San Raffaele per vedere i bilanci mi avrebbero detto: ‘sta a ca’ tuà”. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha usato una battuta in dialetto per spiegare come la Regione Lombardia non abia poteri di controllo sulle Irccs. Il presidente lombardo lo ha spiegato durante una conferenza stampa nel nuovo palazzo della Regione. “Qui la corruzione la ghe minga. Scusate, qua l’atto corruttivo dov’é? Qua la corruzione dov’é? Io non l’ho trovata”. Così il governatore Roberto Formigoni è intervenuto durante la conferenza stampa esprimendosi anche con una frase in dialetto milanese. “Parlerò con i magistrati in un giorno compatibile con gli impegni di tutti, magari non sabato”. Lo ha assicurato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni indagato per corruzione. “Avrò il piacere di spiegarmi senza il filtro della stampa”, aggiunge Formigoni. Roberto Formigoni è stato convocato per sabato 28 luglio dalla procura di Milano che oggi gli ha inviato un’informazione di garanzia con contestuale invito a comparire. L’accusa è corruzione aggravata dalla transnazionalità in concorso con altre persone nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri. Lo si è appreso da fonti qualificate. “Io rimango al mio posto, perché so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia a chi gli ha chiesto se intendeva dimettersi dopo la notifica dell’invito a comparire con l’ipotesi di reato di corruzione. “Non c’é mai stato alcun vantaggio per il San Raffaele e la Maugeri, non c’é stato alcun danno per la Regione Lombardia”. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha così contestato il contenuto dell’avviso di garanzia per corruzione. Avviso che ha definito “insussistente e infondato”. Al presidente della Regione Lombardia e’ stato notificato un invito a comparire dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta con al centro la fondazione Maugeri. In una nota firmata dal procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati si legge che “in data odierna è stata notificata al pres. Roberto Formigoni informazione di garanzia per i reati di cui agli artt. 81 cpv 110, 319, 321 cp e art. 4 l.146/06 in concorso con Pierangelo Daccò, Umberto Maugeri, Costantino Passerino, Antonio Simone e altri” per fatti commessi in Milano e all’estero dal 2001 al novembre 2011″, con contestuale invito a comparire. Non è stato ipotizzato il finanziamento illecito ai partiti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui