Se faremo un buon lavoro aiuteremo l’Italia ad uscire da un momento difficile”. Questo l’auspicio espresso dal presidente del Consiglio Mario Monti ai neo sottosegretari al termine del loro giuramento, in un breve discorso in cui, seppur con il suo solito tono compassato, ha risposto a tutte le polemiche, come quella di un conflitto di interessi da parte di alcuni membri del governo. Monti ha ammesso di aver impiegato “più tempo del consueto” per scegliere i sottosegretari, ma ciò non è avvenuto per la sua indecisione, come hanno accusato alcuni giornali, ma per la “condizione di emergenza” che lo ha portato a essere impegnato “di giorno e anche di notte” nei contatti con i partner europei e nella elaborazione delle “linee di una complessa politica economico-sociale” che sarà varata il 5 dicembre. Comunque Monti è soddisfatto della nuova squadra, “snella e forte”, che ha “la cifra della competenza”.

E a dimostrazione di ciò il premier ha raccontato di aver “esercitato di persona” la propria “forza di persuasione e di convinzione” nei riguardi di diversi ministri e sottosegretari, che divenendo componenti del governo “hanno rinunciato a trattamenti economici” assai migliori. E qui Monti ha replicato alla seconda polemica: “Attenti a parlare di conflitto di interessi, saremo di un’assoluta trasparenza”. “Chi nella società civile – ha aggiunto – ha avuto delle competenze e ha fatto la scelta di entrare nel Governo, non lo ha fatto per trascinare le esperienze passate”; semmai va apprezzata la “”disponibilità generosa” da parte dei componenti dell’esecutivo. Ed è sbagliata anche la polemica sollevata da alcuni esponenti del centrodestra verso la scelta di Giampaolo D’Andrea come sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, ruolo già ricoperto con il governo Prodi. “Per i sottosegretari ai Rapporti con il Parlamento ho offerto alle forze politiche di scegliere o una personalità di esperienza parlamentare o una di alta valenza tecnica: una ha optato per il primo criterio, una per il secondo. Rispetto entrambe le soluzioni”.

Ma al di là di questo Monti ha invitato a guardare lo scopo del suo governo e le sfide che dovrà affrontare: quella appunto di “lavorare” per “fare uscire l’Italia ma una situazione molto difficile”. Quella economica, ma anche quella politica, nel senso che il suo esecutivo di “impegno nazionale” è “a servizio con umiltà del Parlamento e delle FOrze politiche” per aiutarle superare clima di contrapposizione esasperata. Che il suo governo non possa contare su una maggioranza politica, Monti lo ha detto anche ai sottosegretari: ricordando che la fiducia in Parlamento gli è stata data da partiti che fino ad oggi “erano in perenne dissenso su tutto”; ora essi fanno uno “sforzo a sostenere il governo senza guardarsi tra loro” e questo, ha detto Monti “é uno sforzo che apprezzo”. In ogni caso il rapporto con tutti i partiti, anche se non ci saranno vertici di tutti i leader, sarà “essenziale”.

 

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