Un “governo del presidente” sia nel profilo che nella scelta dei suoi componenti, ed anche nel programma che ha nel Documento dei “saggi” diversi elementi, tanto per l’immediato quanto a medio-lungo termine.

E’questo l’esecutivo che potrebbe nascere già la prossima settimana. Perché Giorgio Napolitano nell’accettare la richiesta di restare al Quirinale ha posto come condizioni ai partiti quella di dar vita ad un governo, nei termini che egli proporrà e le cui linee saranno anticipate lunedì nel discorso alle Camere. Quando in mattinata Pd, Pdl e Scelta civica si sono recati in pellegrinaggio sul Colle a proporgli il bis, Napolitano lo ha subordinato all’impegno dei partiti a dar vita ad un’esecutivo. Cosa ricordata dallo stesso Capo dello Stato in serata: “mi aspetto che ognuno onori gli impegni assunti”. Sulla natura del governo Pdl e Scelta civica hanno ribadito la richiesta che sia politico e di larghe intese. Scenario più difficile da digerire per il Pd, tanto è vero che i dirigenti riferivano che il loro auspicio è quello di un governo “a bassa intensità politica”. Insomma niente Angelino Alfano ed Enrico Letta vicepremier, come invece lasciano intendere i “boatos” a Montecitorio, con Giuliano Amato a Palazzo Chigi. Quest’ultimo tam-tam ha risuonato fino all’inizio dello scrutinio decisivo, e i dirigenti del Pd hanno temuto che esso determinasse il venir meno di un pacchetto consistente di voti. Alla fine così non è stato e ciò semplifica la nascita del governo in cui in qualche modo il Pd sarà costretto a stare con Pdl e Scelta civica. Un governissimo a guida Amato non piace comunque alla Lega, che pure ha votato la rielezione di Napolitano. E neanche a Sel. Enrico Letta ha definito “bischerata” le voci che lo danno come vicepremier, come quello che indica addirittura lui come Presidente del Consiglio. Su una cosa i partiti hanno concordato: quello di accettare la proposta che Napolitano farà dopo le consultazioni della prossima settimana. Il Capo dello Stato ha assicurato che ascolterà tutti e che alla fine deciderà. Altri “rumors” indicano in Anna Maria Cancellieri la prossima premier, descrivendo una sfumatura diversa di esecutivo, quella di un “governo del presidente”, un po’ come in Francia dove il presidente del Consiglio è un esecutore, ma in cui l’indirizzo politico lo dà il Presidente della Repubblica. I due Documenti dei Saggi, su economia e su riforme, saranno la base del programma con alcuni punti da mettere subito in cantiere come il finanziamento per un miliardo della Cig in deroga. Per quanto riguarda le riforme, si lavorerà sia a quelle ordinarie, come la legge elettorale, che ha quelle Costituzionali, con la riduzione del numero dei parlamentari e la trasformazione del Senato in Camera delle regioni. Ma questo dà un respiro alla prossima legislatura di almeno un paio di anni.

 

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