“Se il discorso di Enrico Letta ci convincerà potremmo anche votargli la fiducia”. Parola di Roberto Maroni che in un’intervista al Corriere della Sera sottolinea che la Lega Nord non vuole essere accomunato alla linea di “irresponsabilità” del Movimento 5 Stelle.

“Per una nostra apertura di credito al governo Letta sono necessarie due condizioni tutt’altro che irrilevanti”, spiega il segretario federale del Carroccio. Intanto no a “certi nomi per noi indigeribili”, come Giuliano Amato e Mario Monti, e poi i contenuti del discorso del premier incaricato e “gli impegni che si prenderà nei confronti del Nord”. Tre i temi dirimenti per la Lega: “la macroregione – spiega Maroni -, che peraltro è contenuta nel documento messo a punto dai ‘saggi’ riuniti da Giorgio Napolitano”, poi “la riorganizzazione del sistema fiscale nel suo rapporto tra centro e periferia” e infine “la riforma federale dello Stato”. Quest’ultima, precisa, “può avvenire attraverso la convenzione, uno strumento rilanciato da Enrico Letta che io penso possa essere la strada giusta per arrivare al risultato”. Rispetto a una bicamerale, spiega Maroni, la convenzione “formula una proposta di riforma costituzionale che il Parlamento può accogliere o bocciare, ma non emendare. Una volta che è stata discussa in quella sede, non può più arenarsi nelle Aule. Credo che per il Senato federale possa essere una buona occasione”. Il M5S chiede le presidenze delle commissioni Rai e Copasir? “Vedo che si sono adeguati in fretta ai riti romani e alla passione per le poltrone – aggiunge Maroni -. Io gliele lascio volentieri, si accomodino. Così i cittadini potranno rendersi conto di quanta pochezza ci sia tra quelle file”.

 

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