Via libera al Patto per la crescita e l’occupazione, accelerazione sull’Unione bancaria, intesa sui meccanismi anti-spread, accordo su aiuti diretti alle banche spagnole: questi i principali risultati raggiunti dal vertice Ue di Bruxelles a cui i mercati hanno riservato per ora un’accoglienza decisamente positiva. I leader dei 27 stanno ultimando la ‘rilettura’ del documento conclusivo del summit, ma i principali nodi sono stati sciolti nel corso delle riunioni fiume svoltesi la notte scorsa.
Le misure saranno finalizate nella riunione dell’Eurogruppo di lunedì 9 luglio. Al termine del braccio di ferro sulle misure da prendere subito per la stabilità dell’euro che ha opposto Italia e Spagna alla Germania, il Consiglio Europeo ha messo nero su bianco una serie di impegni che rappresentano una svolta nella strategia con cui finora l’Ue e l’Eurogruppo hanno affrontato gli effetti della crisi. Il premier Mario Monti si è detto “molto soddisfatto” per i risultati raggiunti perchè rafforzano l’euro. “L’Italia si è molto battuta per questo misure, in particolare per quanto riguarda gli spread, ma non ha intenzione in questo momento di avvalersene”, ha precisato Monti. Per spezzare il circolo vizioso tra banche e debito sovrano é stata imboccata, come richiesto da Roma e Madrid, la strada della sorveglianza unica sugli istituti di credito affidata alla Bce e della possibilità, per il fondo salva-Stati, di procedere direttamente alla ricapitalizzazione delle banche. Inoltre, è stata trovata un’intesa per assicurare la stabilità finanziaria della zona euro facendo ricorso in modo flessibile ed efficace agli strumenti esistenti senza che i Paesi virtuosi debbano essere sottoposti a ulteriori particolari condizioni. I leader dei 27 hanno dato il via libera pure al Patto per la crescita e l’occupazione, un pacchetto di misure che individua risorse per circa 120 miliardi di euro da utilizzare per stimolare lo sviluppo economico. Il vertice ha inoltre chiesto di fissare una road map e un calendario preciso per procedere vero una ‘vera’ unione economica e monetaria e ha prospettato la possibilità che un gruppo di almeno nove Paesi dell’Eurozona possa procedere verso l’adozione entro l’anno di una tassa sul,le transazioni finanziarie ricorrendo a una cooperazione rafforzata.