Renata Polverini resiste, almeno fino a domani. La governatrice del Lazio, sull’orlo delle dimissioni ormai da giorni, da quando cioé è scoppiato il caso Fiorito, attende per domani il voto sui tagli in Consiglio. E incassa l’appoggio incondizionato del Pdl, allo stremo ma compatto, dopo che via dell’Umiltà costringe il capogruppo Francesco Battistoni, dalla cui denuncia è originata l’ inchiesta fondi Pdl, a dimettersi. Addirittura in serata quella che in una giornata di schiarita politica era l’unica tegola, l’accusa dell’indagato Franco Fiorito (“La Polverini sapeva”), viene ritrattata dall’interessato via tv (“non l’ho mai detto”).
Ora la Presidente, provata da uno tsunami politico-giudiziario che non aspettava, guarda a domani. “Domani si riunisce il Consiglio, poi si vedrà” – dice a chi le chiede delle dimissioni. L’ipotesi che circola è che potrebbe attendere che la Pisana approvi i sospirati e ormai improrogabili tagli e poi rassegni le dimissioni. “Io ho dato una scadenza domani – dice in tv, a Piazzapulita su La7 – che è di portare a casa un primo pacchetto di provvedimenti. Domani c’é l’ultimo atto”. Sui fondi, la governatrice ammette: “Non sapevo come venivano ripartiti, e non sono tenuta a saperlo”. E su Fiorito: “Non ho capito chi fosse”. “Io sono una persona onesta, non ho mai rubato nulla e non sono disposta a pagare le colpe degli altri. Il Pdl ci ha messo nei guai con persone poco perbene”, tuona di mattina uscendo di casa e cercando di cancellare l’immagine da “basso impero” delle foto del toga party del consigliere De Romanis, chiosa “ne ero sconcertata”. Intanto nel Pdl cadono le prime teste. Quella di Battistoni, che ad Alfano presenta dimissioni “irrevocabili”. Ora nell’ operazione pulizia, al posto dell’ex azzurro di Viterbo, sono in lizza Antonio Cicchetti (in vantaggio, pare) e la giovanissima Chiara Colosimo, entrambi ex An. Dovranno occupare una poltrona incandescente, da giorni al centro delle indagini della Procura che sta passando al setaccio tutti i movimenti di Franco Fiorito, sentito ieri per sette ore dai magistrati. Oggi gli uomini della Guardia di Finanza, che stanno estendendo le indagini a tutti i gruppi consiliari e non solo al Pdl, sono tornati alla Pisana per ascoltare i funzionari ed esaminare punto per punto il regolamento. Le Fiamme Gialle hanno cercato riscontri anche delle accuse mosse dallo stesso Fiorito che nell’interrogatorio di ieri ha spiegato meticolosamente il funzionamento dei fondi alla Pisana, un ‘sistema’ che valeva attorno ai 17 milioni di euro l’anno. E’ in una Pisana così scossa da veleni e rivelazioni che domani si dovrà votare il pacchetto di ‘sforbiciate’ voluto da Polverini. Dopo i tagli già approvati dall’ufficio di presidenza, il Consiglio domani dovrà votare la soppressione delle tre commissioni speciali e il dimezzamento di quelle ordinarie, ma non ancora la riduzione dei consiglieri e assessori. Un altro passo per cercare di raggiungere i 20 milioni in meno previsti entro il 2012. Il ‘pacchetto-Polverini’, pochi hanno dubbi, dovrebbe essere approvato senza scossoni. Così come difficilmente farà breccia la sfiducia dell’opposizione. A provarlo, in serata, la raffica di comunicati e commenti da parte di tutte le correnti Pdl (ma anche La Destra e Udc) che ribadiscono la piena fiducia a Polverini. Un partito però ormai provatissimo che tenta di ricompattarsi attorno alla presidente. Lei però, piuttosto che navigare a vista per altri due anni, potrebbe un attimo dopo l’approvazione dei tagli lasciare la poltrona e dimettersi: “Di questa classe politica ne faccio parte – ha del resto detto ancora stamattina – ma ne voglio uscire bene”.