“In questa legge elettorale avete scelto di usare una terminologia ermeneutica che deve essere interpretata, ci sarebbe bisogno di un glossario. Mi viene in mente il responso dato dalla Sibilla ‘ibis redibis non morieris in bello’ al quale bastava inserire una virgola per cambiare del tutto il significato. La mia proposta è quella di chiamare un professore di diritto elettorale. Sarebbe meglio inserire una formula matematica che spieghi come entrano voti ed escono seggi. E’ l’unico modo per evitare truffe e nottate in Prefettura. D’altronde, anche le lavatrici e gli aspirapolvere sono dotati di un manuale di manutenzione”. Così il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, intervenendo nell’Aula del Senato sulla legge elettorale. “E’ vero che nel mio partito – ha aggiunto – si accinge a scendere in campo Antonio Zequila, detto ‘er mutanda’ e con ‘er mutanda’ avremo sicuramente una classica interpretazione di questo Zibaldone. Va anche detto che questa legge ha l’ambizioso proposito di confezionare, con gli alambicchi della politica, un grande partito di centro, composto da liberali pentiti e comunisti pentiti, ma c’è un piccolo particolare: in genere i movimenti politici nascono da orizzonti valoriali, dai contenuti, da ciò in cui gli individui credono non creando ‘mostri politici’, come in Frankenstein Junior, mettendo la testa di Verdini sul tronco della Boschi. Sarebbe infatti dotare la Boschi di un particolare acume, ma Verdini di una bellezza inusitata. Stiamo attenti con questi mostri…”.

 

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