”Le notizie di poco fa mi fanno pensare che la maggioranza non c’e’ piu’ ed e’ inutile accanirsi”. Nel salotto tv di Fabio Fazio, Roberto Maroni ha indicato stasera le continue defezioni di parlamentari berlusconiani come il segnale che, per il governo, questa situazione ”non puo’ durare molto a lungo”.

”E il problema serio – ha evidenziato il ministro dell’Interno senza giri di parole – e’ dentro il Pdl: quindi o il Pdl riesce a ricompattare le fila oppure dovremo prendere atto che non c’e’ piu’ una maggioranza”. Per la Lega a quel punto, ha ribadito Maroni, la strada sara’ una sola, quella delle ”elezioni, come abbiamo detto anche al Capo dello Stato” e che sono una prospettiva che, per esempio, ”ha consentito alla Spagna di recuperare sui mercati: perche’ dunque temerle?”.

Maroni non ha formulato ultimatum, ha detto che spetta solo a Berlusconi decidere se fare un passo indietro o a lato, ma ha espresso un evidente fastidio per la piega presa dagli eventi, anche perche’ ritiene che il ”problema non sia numerico ma di coesione”. Il Carroccio continuera’ a essere fedele agli alleati, ha assicurato a proposito del voto di fiducia sul Rendiconto dello Stato. pero’ si sappia che ”i problemi non vengono dalla Lega. Io ho grande stima e amicizia nei confronti del segretario del Pdl Angelino Alfano – ha scandito il titolare del Viminale – e sono certo che lui si rende conto della gravita’ della situazione e mi auguro che ci sia un’iniziativa per evitare di arrivare in Parlamento e fare la fine di Prodi”.

A quel punto la Lega non sara’ comunque disponibile a un cambio di maggioranza perche’ sarebbe come ”stravolgere le regole e un ritorno al passato”, a giudizio di Maroni: che ha battuto piu’ volte sul rispetto del mandato elettorale e l’incompatibilita’ con forze come l’Udc ”che ha votato contro il federalismo fiscale”. Mandato eventualmente da ricercare, dunque, di nuovo nelle urne, nonostante il rischio di un esito sfavorevole all’attuale maggioranza in un periodo in cui ”la crisi e’ dilagante ed e’ inutile negarlo”. Una convinzione sostenuta da Maroni con diverse argomentazioni, anche tecniche. Votare gia’ a gennaio ”si puo”, ferme le prerogative del presidente Napolitano. E in tre settimane anche una nuova legge elettorale ”volendo si puo’ fare”.

 

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