Due Stati, contigui e in pace, entro i confini del ’67. La prima volta di Mario Monti in Medio Oriente chiarisce eventuali dubbi sulla posizione italiana e a ribadisce con nettezza la linea di politica estera storica di Roma sulla regione: “Non vi sono alternative a questa soluzione, raggiungibile solo con il negoziato”, ha detto Monti con implicito riferimento alla richiesta di riconoscimento unilaterale della Palestina avanzata di recente alle Nazioni Unite e oggi rilanciata dal leader palestinese, Abu Mazen, in un incontro tra i due a Ramallah. Per Monti la “questione palestinese” va “risolta al piu’ presto”, poiche’ essarappresenta un percorso per arrivare alla pace in tutta la regione. Il negoziato di pace e’ entrato da tempo in una fase di stallo, determinato in particolare dall’allargamento delle colonie israeliane nella Cisgiordania. “La nostra posizione -ha spiegato Monti- e’ inequivocabile ed e’ ancorata alle significative dichiarazioni dell’Unione Europea sugli insediamenti, sullo status di Gerusalemme, e sui confini del ’67” che per Roma non vanno “modificati al di fuori di un accordo tra le parti”.
L’Italia -ha ribadito Monti a Benyamin Netanyahu, raggiunto dal presidente del Consiglio nel suo luogo di villeggiatura a Cesarea, sulla costa israeliana- sostiene “pienamente” gli sforzi del Quartetto per il Medio Oriente (Ue, Onu, USA, Russia) che a meta’ aprile si riunira’ per rilanciare il negoziato di pace, in attesa che Abu Mazen faccia giungere al premier israeliano la lettera in cui lo invita a rimettersi al tavolo del negoziato. “Bisogna ristabilire la fiducia al fine di superare lo stallo negoziale”, ha sottolineato Monti a Netanyahu, e “fare il possibile per scongiurare il ritorno della violenza nei Territori”. Roma trova un’intesa piena con entrambe le parti, utile a riconquistarle un ruolo da protagonista nella regione. Con l’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) si formera’ una commissione congiunta che consolidi gli “eccellenti rapporti bilaterali”, l’Anp partecipera’ all’Expo di Milano e Abu Mazen sara’ presto a Roma, invitato da Monti e dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una data da concordare. Nella visita di Monti ha fatto capolino la polemica su Guenter Grass,lo scrittore tedesco che aveva definito Israele una minaccia per la pace. A parlarne con il presidente del Consiglio e’ stato Avigdor Lieberman, nelle stesse ore in cui il Nobel veniva dichiarato “persona non gradita” dallo Stato ebraico. Il capo della diplomazia israeliana, secondo quanto si apprende, avrebbe fatto alla vicenda “solo un fugace riferimento come esempio del permanere dell’antisemitismo nel mondo occidentale”.
Fonti israeliane citate da Haaretz hanno invece raccontato un attacco durissimo, con cui Lieberman ha accusato “l’egoismo dei cosiddetti intellettuali occidentali, pronti a sacrificare il popolo ebraico sull’altare di un folle anti-semitismo per la seconda volta” e ha invitato la leadership europea a condannare le dichiarazioni di Grass. Piu’ tardi, a Cesarea, Monti ha espresso a Netanyahu “viva preoccupazione” per il programma nucleare iraniano. “L’italia -ha aggiunto Monti- ha deciso importanti sanzioni petrolifere e finanziarie che rappresentano un segnale forte di vicinanza concreta alle legittime preoccupazioni di Israele”. Lo Stato ebraico e’ per l’Italia un partner fondamentale sul piano delle relazioni bilaterali. Sara’ Israele a ospitare il prossimo 23 ottobre il vertice intergovernativo tra i due Paesi mentre un “nuovo impulso” arrivera’ dalla partecipazione dello Stato ebraico a Expo 2015. Infine, L’Italia di voler finalizzare “al piu’ presto” i dettagli del contratto di fornitura di velivoli di addestramento a Israele da parte di Alenia-Aermacchi, un “autentico salto di qualita’ alla cooperazione industriale” tra i due Paesi.