L’Italia rispettera’ gli impegni europei, a cominciare dal pareggio di bilancio nel 2013, anche grazie a riforme strutturali che in virtu’ di una maggiore coesione politica potranno ora essere piu’ incisive. E’ un Mario Monti rassicurante e al tempo stesso orgoglioso quello che dopo tanti anni torna a Bruxelles dove si e’ fatto un nome anche al di la’ dell’Atlantico.
E’ rassicurante con le istituzioni comunitarie sul fatto che il suo governo intenda mantenere le promesse assunte dal precedente governo di Silvio Berlusconi. Ma e’ anche orgoglioso del fatto che ora l’Italia puo’ tornare a sedersi al tavolo dei grandi, pur rivendicando la sua linea politica di sempre e cioe’ che deve essere l’Europa comunitaria, e non quella intergovernativa dei vertici ristretti, a decidere. Anche se, nel caso in cui vi siano dei vertici limitati a due o piu’ Paesi l’Italia deve necessariamente farne parte. Cauto sul tema degli eurobond, del quale non sa se si discutera’ durante la trilaterale. Ma sottolinea che non ci possono esere dei ‘tabu” nel dibattito su come uscire dalla crisi. Un po’ a sorpresa, pero’ il presidente del Consiglio svela anche di aver discusso con Jose’ Manuel Barroso, presidente della Commissione, della possibilita’ che il ciclo economico venga scorporato dal calcolo degli obiettivi di bilancio. Un fatto inedito nel dibattito europeo che conferma come il rischio di una recessione preoccupi i Paesi di Eurolandia e che in prospettiva potrebbe determinare uno slittamento collettivo degli obiettivi di bilancio perche’ mantenere gli stessi traguardi con un pil che segna il meno sarebbe impossibile. Monti, pero’, ci tiene a sottolineare di aver garantito il rispetto del pareggio di bilancio nel 2013. Del resto e’ stato proprio Barroso, in conferenza stampa con il premier italiano, a sottolineare quanto ”immensa” sia la sfida per il nostro Paese ammonendo che gli occhi del mondo e dell’Europa sono puntati su Roma. E’ cosi’ l’emozione di Monti per essere tornato nella sua Bruxelles lascia presto il passo a considerazioni meno nostalgiche. Il Capo del governo ci tiene a sottolineare che i ”vincoli” europei sono nell’interesse dell’Italia e delle future generazioni. Un riferimento al monitoraggio che la Commissione, insieme al Fmi, sta esercitando sulle misure promesse da Roma. Parla di ”continuita’ ” con il programma condiviso dall’Italia con l’Europa nell’ultimo summit a Bruxelles, ma dice anche che e’ pronto ad andare oltre perche’ ”rispetto al governo precedente” sono cambiate le ”condizioni” e c’e’ un ”consenso piu’ ampio” ed una maggiore ”volonta’ di cooperazione” fra le forze politiche e sociali. Ed e’ per questo che si potra’ ”andare decisamente a fondo”, nel senso di ”incisivamente” con le riforme strutturali. Monti si accorge che quel ”a fondo” non e’ l’espressione piu’ felice in questa fase congiunturale e ci scherza sopra ribadendo che intendeva dire ”in senso buono”. Ci tiene a sottolineare che il governo intende partecipare alla costruzione dell’Europa del futuro, sottolineando con una nota critica quei periodi della storia in cui cio’ non e’ avvenuto. Ma soprattutto insiste sulla necessita’ che prevalga il metodo comunitario su quello intergovernativo sottolineando di aver colto tuttavia con ”piacere” l’invito di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy per la trilaterale di Strasburgo. Ma i vertici ristretti, sottolinea, devono essere un’eccezione alla quale l’Italia intende comunque esserci ma che non deve mettere in secondo piano la centralita’ della Commissione, del Parlamento e della Corte europea. Quanto al tema del risanamento dei conti pubblici, Monti si tiene sul generico: il pareggio di bilancio, spiega, non e’ stato argomento di discussione con Barroso, ma sara’ approfondito con il commissario Olli Rehn nell’incontro di venerdi’ a Roma. Con il presidente della Commissione Ue, aggiunge Monti, si e’ trattato solo in termini generali, e non per l’Italia, ”se e come si debba tenere conto del ciclo nella determinazione quantitativa degli obiettivi di bilancio”. Una frase, quest’ultima che ha fatto sorgere il sospetto che l’Italia possa chiedere un rinvio del pareggio del bilancio a causa del peggioramento della congiuntura economica. Circostanza negata con forza dallo stesso premier: ”non ho mai messo in discussione gli obiettivi di finanza pubblica incluso il pareggio di bilancio”, sottolinea il Capo del governo, ammettendo pero’ che del tema si discute a livello di Eurozona: ”con Barroso il tema della finanza pubblica nel ciclo economico e’ stato toccato”, riconosce lui stesso.