Il Presidente Napolitano, ha scritto a Martin Schulz, ringraziandolo per l’invito rivoltogli a parlare all’Europarlamento il 13 marzo, e rammaricandosi che i tempi stretti e la complessità del processo di formazione di un nuovo governo non gli consentano di intervenire a Strasburgo.

Lo conferma una nota del Quirinale. Napolitano, ha scritto al Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ringraziandolo insieme alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi per l’invito rivoltogli a prendere nuovamente la parola nell’Assemblea il prossimo 13 marzo, e rammaricandosi che i tempi stretti e la complessità del processo di formazione di un nuovo governo in Italia non gli consentano di intervenire a Strasburgo. “Ma desidero vivamente assicurare lei e tutti i deputati al Parlamento Europeo – ha scritto il Capo dello Stato al Presidente Schulz – che, anche nel ruolo riservatomi dalla Costituzione italiana, dopo la conclusione del mio mandato presidenziale, di Senatore a vita, resterò fedele al mio rapporto col Parlamento Europeo, istituzione alla quale mi sono dedicato nel corso di lunghi anni. E mi farò ancora attivo sostenitore, nei limiti delle mie forze, della causa europea e del ruolo decisivo – in seno all’Unione – della principale fonte di legittimazione della costruzione europea e cioé della rappresentanza dei cittadini incarnata nel Parlamento”.

“Io farò quel che debbo fino all’ultimo giorno del mio mandato” ha assicurato il presidente della Repubblica, intervenendo all’Accademia dei Lincei, in ricordo di Rita Levi Montalcini. Prendendo spunto dalle parole dall’ex presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Conso, che lo aveva definito “faro” per l’Italia in questo momento delicato, il Capo dello Stato ha spiegato: “Non so se faro o luce assolutamente normale e umana, ma a volte si fa fatica a fare luce nella nebbia ed io cerco di fare del mio meglio”. “Alla vigilia della conclusione del mio mandato” voglio “sottolineare come la conclusione corrisponda pienamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica”. Il presidente Napolitano, oltre a ricordare come i padri costituenti disegnarono il già lungo settennato al Quirinale, ha aggiunto che ciò corrisponde bene anche “alla continuità delle nostre istituzioni ed anche – ha osservato – anche alla legge del succedersi delle generazioni”.

 

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