“E’ il caos, non vedo come possano tornare i conti”. Assolutamente scettico il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani: “Dalle cose che si capiscono fin qui – dice – siamo alla confusione, ad una quadra che non c’è”. “Non vedo – ha aggiunto – come possano quadrare questi conti nell’insieme.
È una soluzione molto debole e spero non venga valutata troppo pesantemente da chi ci osserva nel mondo”. Per il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, questa correzione è “una bandiera sui tagli ai costi della politica e indefinitezza sulle altre principali questioni. C’è da chiedersi come le autorità e i mercati europei possano prendere per buono un simile compromesso al ribasso”. Anche dall’Udc gravi dubbi sui numeri. “Saremo costruttivi come sempre in Parlamento ma da un primo esame delle modifiche traiamo un’opinione netta: i conti della manovra non tornano”. Lo affermano in una nota congiunta i capigruppo Udc di Camera e Senato Gian Luca Galletti e Gianpiero D’Alia. “Temiamo che la stessa sensazione venga percepita dai mercati, perché è fin troppo chiaro che non si gioca con le cose serie: l’abolizione delle province ad esempio, preannunciata dai telegiornali, è in realtà stata cancellata con un rinvio ad improbabili costituzionalizzazioni. Che bisogno c’era di questa gigantesca finzione?”. Il raggruppamento composto da Udc, Fli, Api e Mpa ha presentato oggi le sue proposte di modifica al provvedimento anticrisi. Chiede di mettere mano al sistema previdenziale “tagliando quelle agevolazioni, le quote, che non hanno senso di esistere dopo la legge sui lavori usuranti”. Di qui una riforma che dovrebbe portare a cancellare il sistema delle quote dal 2012 e permettere di andare in pensione “o a 65 anni o con 40 anni di contributi”. Di Pietro: “Solo chiacchiere”. Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, commenta le correzioni emerse dal vertice dicendo: “Sono le cosiddette modifiche a chiacchiere. Le modifiche si fanno, non si annuncia che si faranno prossimamente su questo schermo. Abbiamo sempre sostenuto che le province vanno abolite tutte, e infatti stiamo raccogliendo le firme, ma è ipocrita dire che siccome costituzionalmente le vogliamo abolire, intanto non le aboliamo”. Stesso discorso anche per il dimezzamento dei parlamentari. “Ai parlamentari non sono stati eliminati privilegi e benefit. Questa manovra l’hanno rivoluzionata a chiacchiere”.