Offensiva del Pdl alla Camera sul fronte giustizia. Prima, con interventi fiume rallenta l’esame del ddl Anticorruzione. In oltre due ore si riesce a votare un solo subemendamento. Poi, grazie a una proposta di modifica firmata dal deputato Manlio Contento, ‘svuota’ il progetto di legge dell’Idv
che ripristina il reato del falso in bilancio. Grazie anche ad un ruolo ‘significativo’ del sottosegretario alla Giustizia Salvatore Mazzamuto che, a sorpresa, dà parere favorevole. Risultato: la maggioranza si spacca; Pd e Idv insorgono e convocano insieme una conferenza stampa di protesta; la battaglia si sposta in Aula, dove il testo è atteso per il 28 maggio. Il Guardasigilli Paola Severino da New York ‘sconfessa’ il suo vice assicurando che il parere del ministero era diverso. Tutto comincia alle 9.30. Il presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno convoca di buon’ora i commissari per evitare che l’esame sul falso in bilancio slitti per ‘colpa’ del voto di fiducia che il governo chiede sul dl per le commissioni bancarie.
Ma il sottosegretario tarda. Arriva alle 10. Così c’é appena il tempo di illustrare gli emendamenti. Poi c’é un altro appuntamento da rispettare: quello con la commissione Affari Costituzionali per cominciare lo ‘screening’ delle proposte di modifica al ddl Anticorruzione. Ma i deputati del Pdl si abbandonano a interventi fiume. E il risultato è scarso: in oltre due ore si vota solo un subemendamento. Ma è quando si riuniscono di nuovo verso le 13.30, sul falso in bilancio, che scoppia il caos. Il sottosegretario dà parere favorevole all’emendamento Contento che alza solo il tetto della pena massima: da 2 a 3 anni. E questo passa con 12 ‘si’ contro 10 ‘no’.
Non si sa se per distrazione o ‘altro’, in pochi si accorgono della ‘premessa’ alla norma laddove si dice che questa ‘sostituisce’ l’intero articolo 1: il cuore del provvedimento. Quello che avrebbe riportato il falso in bilancio a pre-riforma Berlusconi. A cadere in ‘errore’ sono Lorenzo Ria (Udc), Angela Napoli (Fli) che votano ‘si’ e la radicale Rita Bernardini che si astiene. Così come la Lega. Roberto Rao (Udc) spiega di aver votato seguendo l’indicazione del governo. La rabbia però esplode quando ci si rende conto che tutti gli altri emendamenti all’art.1, di conseguenza, sono decaduti. Ria fa mettere a verbale di essersi sbagliato. Mentre Di Pietro grida a Mazzamuto: “Il governo ci ha preso in giro!”. E si attacca la norma che di fatto fa “tirare le cuoia” alla versione “giustizialista” del falso in bilancio targata Idv, per usare le parole di Francesco Paolo Sisto (Pdl).
Il leader Idv Antonio Di Pietro, il relatore Federico Palomba, il responsabile Giustizia Pd Andrea Orlando e il capogruppo in commissione Donatella Ferranti convocano una conferenza stampa per chiedere spiegazioni al governo e attaccare il Pdl. La Severino da New York ribatte: avevo dato parere favorevole, ma “limitatamente all’aumento della pena”. La mossa piace poco al Pdl: è ‘inaccettabile’ la “sconfessione del sottosegretario” commenta il capogruppo alla Camera Cicchitto. Ma il Guardasigilli insiste: in Aula si risistemerà tutto. “Noi infatti non ritiriamo le firme – dice Di Pietro – la battaglia continua in Aula”. “Ripresenteremo gli emendamenti per ripristinare il testo”, assicura Orlando. “In caso di errore – propone Ferranti – si può annullare la votazione”. Il clima però non sembra consentirlo. Così il testo arriverà in Aula probabilmente ‘svuotato’. Ma lì i giochi si potranno riaprire. Nessuno, per ora, chiede le dimissioni di Mazzamuto, ma Di Pietro parla di una “talpa” al legislativo del ministero che avrebbe teso la ‘trappola’. E l’interessato replica: “Mi sono limitato a dare i pareri formulati dall’ ufficio legislativo. Per il resto si parli col ministro”.