Simbolo e nome nuovi per il partito; nessun dialogo con Fini; e no all’ipotesi di un Monti bis dopo il voto perché “con Bersani e Vendola non facciamo accordi”. Dal salotto televisivo di ‘In mezz’orà, Angelino Alfano presenta le primarie del Pdl e la sua candidatura.

Ma il segretario del Pdl, ancora una volta, deve difendersi dal fuoco amico di chi nel partito chiede che Silvio Berlusconi “torni in campo”. Richieste che arrivano da Daniela Santanché e Michaela Biancofiore; quest’ultima paragona addirittura l’ex premier a “Superman” e “i dirigenti del partito alla kryptonite che ne annienta la forza”. L’ex premier è ancora a Malindi (lì i reporter lo hanno fotografato mentre Flavio Briatore lo accoglieva appena sceso dall’aereo). In Kenya viene informato dai suoi fedelissimi; per il momento tace anche se le voci e le ‘soffiate’ di un suo imminente ‘ritorno’ in pista si sprecano. Alfano però si mostra sereno. Spiega di non temere che Berlusconi stia lavorando ad una sua lista: “Ha detto che non lo fa. Sto alle sue parole. Non ho motivo di non credergli”. Al Cavaliere assegna il ruolo di “fondatore”, azzardando un paragone con il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, da sempre acerrimo avversario proprio del patron di Mediaset. Intanto, l’ex ministro della Giustizia riceve l’endorsement “ufficiale” di Gianni Alemanno. L’ex esponente di An annuncia che non parteciperà alle primarie ma di volersi dedicare alla sua rielezione a sindaco di Roma. Una mano ad Alfano la danno anche Maurizio Gasparri e Altero Matteoli, entrambi soddisfatti per il ‘no al Monti bis’ e per la fermezza nella gestione della trattativa sulla legge elettorale. Alfano, infatti, accusa il Pd di puntare a “mantenere il porcellum” e assicura che il Pdl “non permetterà un premio truffa” per il primo partito. Tutt’al più si può trattare per un “premio ragionevole” alla coalizione vincente, anche se – rimarca – “Bersani e Vendola non possono immaginare di avere un premio di coalzione che li porti dal 35% al 55%”. Incalzato dalle domande di Lucia Annunziata, il segretario del Pdl difende le primarie di centrodestra: “Sono il metodo migliore per trovare una soluzione”, afferma ricordando che senza le primarie “non ci sarebbe stato neanche Obama perché l’apparato di partito avrebbe scelto la Clinton”. “Non è giusto essere designati ma occorre essere eletti”. E’ per questo che – sottolinea – “ho scelto di mettermi in discussione anche se poteva sembrare più comodo essere indicato come il successore” di Berlusconi. Nessuna paura di lottare. “Non temo nessuno – dice – Ora celebriamo questo grande sforzo democratico, epocale, storico”. Poi indica i punti fermi del suo ‘programma’ per le primarie: “Monti bis? Non esiste perché non vogliamo fare nessun accordo con Bersani e la sinistra”. La novità più eclatante è il cambio di nome e simbolo: “Il Pdl potrebbe decidere di cambiarli per ‘traguardare’ una fase nuova”. Un annuncio che incontra le perplessità della Santanché che chiede una riunione per discuterne. Infine, la replica a Gianfranco Fini che nei giorni scorsi aveva ipotizzato un dialogo con Alfano ed, oggi, in una intervista, invita nuovamente l’ex Guardasigilli a tagliare con Berlusconi e impegnarsi per il Monti bis. “Siccome sono stato sempre attento ai commenti di amici e follower su twitter, i commenti sull’ apertura a Fini mi hanno definitivamente convinto: la storia di Fini con l’elettorato di centrodestra è chiusa”.

 

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