Dopo il “terremoto” delle amministrative il Pdl “può salvare la sua migliore esperienza soltanto confluendo insieme ad altre forze politiche e sociali in un nuovo movimento liberal democratico, laico e cattolico, costituzionale ed europeista che stia alla larga da ogni forma di estremismo” altrimenti “il Pdl perderà ancora con il pericolo di rifluire verso la destra più conservatrice”. Parola di Beppe Pisanu che, in una intervista al Corriere della Sera, spiega il suo progetto per il futuro del partito, che guarda a un “progetto comune con Casini” anche a costo di una scissione con gli ex An.
“Vedremo, ma tutto ha una logica. Se il Pdl si liberasse degli attuali condizionamenti politici altrettanto dovrebbe accadere nel Pd. Qualcosa devono pagare tutti perché la scomposizione generi una vera democrazia dell’alternanza” con due “grandi partiti, uno progressista e uno liberaldemocratico”, a “vocazione maggioritaria, capaci di collaborare quando le condizioni del Paese richiedano il massimo di solidarietà e unità nazionale”. Per l’ex ministro dell’Interno, “se Berlusconi si ritirasse, il Pdl sarebbe forse più libero, ma di sicuro molto più povero di voti”. Per il nuovo progetto del centrodestra, Pisanu immagina una leadership “collegiale” e si dice sicuro che “D’Alema e Bersani non riusciranno a portare Casini con loro. A meno che lui non si riduca a fare l’ago della bilancia”. Non ci sono, infine, secondo Pisanu, le condizioni per la discesa in campo di ‘salvatori della patria come Passera o Montezemolo: ”Hanno il senso della misura e penso che loro per primi – risponde – rifiuterebbero quei panni. Grazie a Dio, la patria non ha bisogno di uomini soli al comando. Se entrambi si impegnassero direttamente” comunque, “la buona politica ne guadagnerebbe”. Quanto a Monti “se riuscirà a fronteggiare l’emergenza e avviare la crescita, potrà risultare opportuno affidare ancora a lui la guida del governo, che sia però più politico che tecnico”.