Il Pd vara all’unanimità le regole per le primarie degli eletti che si terranno il 29 e il 30 dicembre. Dopo giorni di riunioni e limature la direzione del partito approva il meccanismo per la corsa che porterà alla composizione delle liste dei candidati alle politiche. Potranno partecipare anche 10 ‘veterani’ che hanno chiesto una deroga dalla regola del partito che prevede che non si possa candidare chi ha fatto più di tre legislature complete (15 anni).

Si tratta di Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Beppe Fioroni, Franco Marini, Gianclaudio Bressa, Cesare Marini, Mariapia Garavaglia, Angelo Agostini, Giorgio Merlo e Giuseppe Lumia. Il voto in direzione sulle loro deroghe è stato fatto ‘in blocco’ ed è passato con tre astenuti e tre contrari. A non doversi sottoporre alla prova delle primarie sarà invece chi entrerà nella ‘quota’ del 10% (una cinquantina di nomi): a sceglierli sarà direttamente Bersani. Un ‘listino’ di componenti della ‘societa’ civilé che dovrebbe comprendere ‘eccellenze’ ma anche, ad esempio, la candidatura di un giovanissimo. Bersani avrà poi a sua disposizione i capilista (47 tra Camera e Senato) che potranno essere ‘pescati’ anche da chi passa per le primarie. Alla direzione sulle ‘parlamentarie’ del Pd si è fatto vedere anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi che in mattinata, sulla sua newsletter, aveva criticato i “soliti noti” che dopo le primarie “si sono tornati ad affacciare” nel Pd. Renzi però, in questa fase, è di fatto tornato alleato del segretario che ha optato per la via del “rinnovamento” attraverso le primarie. E’ un fatto “molto molto positivo”, ha detto il sindaco lasciando la direzione, che si tengano le primarie per consentire ai cittadini di scegliere gli eletti, che sarebbero altrimenti solo ‘nominati’ con il Porcellum. Soddisfatto della scelta di ripetere l’esperienza dei gazebo anche Arturo Parisi. Secondo il regolamento approvato, possono partecipare alla corsa tutti i parlamentari uscenti che non dovranno raccogliere le firme per gareggiare. Chi non è parlamentare uscente, per partecipare dovrà invece raccogliere firme pari al 5 per cento degli iscritti su base provinciale o essere scelto nella rosa a disposizione delle direzioni provinciali riservata a personalità della società civile. Per ‘tutelare’ la parità di genere, è prevista la doppia preferenza uomo/donna con l’obbligo di garantire almeno il 33 per cento della presenza femminile nelle liste. Non potranno candidarsi, invece, salvo deroga concessa dal partito, gli europarlamentari, i sindaci di città superiori a 5mila abitanti, assessori e consiglieri regionali. Potranno votare alle primarie gli iscritti del Pd fino al 2011 e i votanti delle primarie del 25 novembre che dichiarino di essere del Pd. (ANSA).

 

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