“Ho definitivamente lasciato la vita politica italiana” e “voglio augurarmi che, anche chi è stato sconfitto nei due confronti diretti, possa meditare sul fatto che non dovrebbe essere solo la mia gara a una fine”. Lo scrive Romano Prodi in una lettera al Corriere della Sera rispondendo alle “presunte posizioni relative alla vita interna del Partito Democratico” e al suo “possibile sostegno a questo o quel protagonista”.
La sua esperienza nella politica italiana gli ha “concesso esperienze fondamentali e non poche soddisfazioni personali”, sottolinea, “che spero abbiano offerto un positivo contributo al Paese. Ho affrontato due sfide importanti – ricorda, – battendo un opponente politico che ritenevo e ritengo non idoneo al governo del Paese. Da parte mia ho cercato di portare avanti una cultura politica moderna e solidale di cui l’Italia ha molto bisogno. Una battaglia non solo politica, ma etica e culturale. Credo che questi stessi obiettivi abbiano oggi bisogno di nuovi interpreti”. Nei confronti del Pd conserva “non solo un senso di gratitudine, ma anche numerose e salde amicizie. Tuttavia in politica, come nello sport e forse in ogni attività, è preferibile scegliere il momento in cui finire il proprio lavoro, prima che questo momento venga deciso da altri o da eventi esterni. Questi sono anche i motivi per cui senza polemiche ho tralasciato di ritirare la tessera del Pd, il cui rinnovamento e rafforzamento sono tuttavia essenziali al futuro della nostra democrazia”.