La partita per l’elezione del Presidente della Repubblica vede oggi il M5S tra i protagonisti: tocca a lui ora indicare il candidato per il Colle. E sarà una candidatura strategica per gli equilibri del voto, ma che rischia di provocare un certo imbarazzo proprio nel Movimento che ha deciso di imboccare la strada della democrazia diretta anche per scegliere l’inquilino del Colle. La presenza, nella rosa dei preferiti al primo turno, di Romano Prodi, crea infatti un certo scompiglio tra i Cinque Stelle che sembrano allestire una rapida campagna ‘al contrario’ per far emergere meglio altre candidature, meno ‘partitiche’.
Come, ad esempio, quella di Stefano Rodotà, che sale nella classifica, insieme a quella di Zagrebelsky: tra gli effettivi papabili proprio nelle ore in cui Beppe Grillo si sfila dalla ‘rosa’ dei 10, confermando la sua indisponibilità. A fornire l’identikit di quello che deve essere il candidato ideale ci pensa infatti Gianroberto Casaleggio: “Il Presidente deve essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani”, annuncia a metà giornata. E questo sembra proprio un segnale per stoppare alcuni dei candidati più politici emersi nella consultazione on line: Romano Prodi e Emma Bonino. Poi il co-fondatore del Movimento si corregge: “Noi ci rimettiamo alle decisioni del Movimento, per cui, se il M5S dovesse scegliere Prodi, voteremo lui”. Una precisazione che arriva però quando ormai anche in rete la ‘campagna’ anti-Prodi ha avuto la meglio: i commenti in chat sono tutti contro il Prof bolognese e contro Emma Bonino. Si salvano solo Gino Strada, che però non si definisce ‘in corsa’, la giornalista Milena Gabanelli, che non sembra avere i requisiti adatti a quel ruolo, il costituzionalista Gustavo Zagrebelski e Stefano Rodotà. Anche Marco Travaglio, che Grillo ‘ospita’ sul suo blog per ‘commentare’ i profili dei nomi in ballottaggio, storce il naso sul Professore, afferma che Rodotà ha un unico handicap, l’età (“ma non ne ha altri”) e che Zagrebelsky “é nome veramente meritevole”. Invitando su questo ‘al passa parola’ in rete. Paolo Becchi, ‘ideologo’ del M5S, arriva addirittura a minacciare il suo abbandono nel caso in cui il Movimento dovesse optare per Prodi. “Se fosse lui io scompaio dalla circolazione, Prodi è la negazione dello spirito del M5S”, assicura. “Serve una personalità fuori dai partiti che garantisca la Costituzione” ribadisce Vito Crimi. “Rodotà, Imposimato, Zagrebelsky mi sembrano le scelte più di buon senso”, afferma anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti mentre, ad esempio, Maura Mucci annuncia su Fb di aver votato per Rodotà (“L’Italia ha un gran bisogno di persone perbene come lui”). E’ in chat però che si scatena l’offensiva più pesante contro l’ex premier: “Prodi, ma siamo impazziti?”; “Prodi? già mi stupisco che venga proposto!”; ” Prodi fa parte del gruppo Bilderberg ed è stato coinvolto nel caso Cirio e Alfa Romeo” e, ancora, “Ma chi del M5S può aver votato per MortadelProdi????”, si legge in rete. In attesa del responso delle ‘urne’ telematiche, la capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi – oggi artefice di una nuova gaffe sui requisiti di età previsti per il Capo dello Stato (“non mi pare che sia scritta in Costituzione”, dice) – conferma che la linea del M5S resta quella di votare il loro candidato fino alla fine. Di certo questo sarà facilitato se il profilo che prevarrà sarà in grado di ‘stanare’ anche gli altri partiti. Nessuno può escludere invece fughe nel segreto dell’urna, alla quarta chiama, se il M5S si dovesse trincerare dietro un candidatura di bandiera, invotabile da altri. Domani sul Colle ci sarà un faccia a faccia con il Pd. Anche questa volta è richiesto lo streaming.