Ad Arcore i cittadini che si sono recati alle urne sono stati il 55,2%. A Pontida invece l’affluenza è stata del 51,6%, inferiore ma comunque sufficiente a raggiungere il quorum.

E’ anche nei dati di questi due comuni simbolo del centrodestra che si misura la forza della sberla ricevuta dal governo con i quattro referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Se dopo la sconfitta delle amministrative il Carroccio aveva cercato di minimizzare, attribuendo il grosso delle difficoltà della coalizione al Pdl, questa volta i numeri non sembrano lasciare scampo. Umberto Bossi, dopo una serie di giravolte 1, a poche ore dall’apertura dei seggi si è schierato apertamente per l’astensione 2, ma – proprio a partire dalla mitica Pontida – neppure nelle tradizionali roccaforti leghiste gli elettori sembrano averlo ascoltato. A Treviso, ad esempio, dove alle ultime regionali la Lega aveva raccolto un consenso record del 48%, a recarsi alle urne è stato il 58,9% degli aventi diritto, incrementando l’affluenza di ben due punti rispetto alle provinciali del mese scorso. Ma è stato tutto il Veneto, ultima terra di conquista leghista 3, a tradire il dettato del leader storico. L’affluenza su base regionale ha sfiorato il 59%, ben 5 punti in più della media nazionale. Appena meglio, dal punto di vista del Carroccio, è andata in Lombardia dove il dato medio è stato del 54,4% – in linea con quello nazionale – ma dove si è registrato anche il record negativo di affluenza, conquistato dal comune di Foppolo, nel bergamasco, con appena il 20,9% degli aventi diritto. Spetta però alla Lombardia anche il record opposto, quello del municipio con l’affluenza più alta.

 

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