Mentre a Reggio Calabria il sindaco Demetrio Arena, commissariato dal ministro Cancellieri due giorni fa, difendeva le ragioni della sua amministrazione in una fluviale conferenza stampa di quasi tre ore, sul caso Reggio è scoppiata una polemica a livello nazionale tra Pdl, Governo e Pd. Ad aprire le danze è il segretario del Pdl Alfano che senza mezzi termini parla dello scioglimento come di un atto che “penalizza e condanna un’intera comunità e non rafforza la presenza dello Stato”. Concetti ripresi dal presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, che dice di “non condividere le decisioni del governo” e dal coordinatore del Pdl Ignazio La Russa che condivide “totalmente la dichiarazione di Alfano”.
La risposta del Pd è affidata al capogruppo in commissione Antimafia, Laura Garavini, secondo la quale “lo scioglimento farà ripartire la città, anzi ne è condizione fondamentale”, ed al responsabile Giustizia Andrea Orlando che si dice sconcertato da Alfano perché il Cdm “interviene solo quando sono emersi elementi fondati e riscontrabili”. Mentre a Roma prende corpo la polemica, a Reggio Arena si presenta ai giornalisti per dire che lui non è la genesi della ‘ndrangheta e che lo scioglimento del Comune non e’ il percorso adatto per combattere la criminalità. Proprio non ci sta, Arena, a vedersi cucita addosso l’etichetta di guida di un’amministrazione collusa con le cosche. E per spiegare i suoi perché convoca la stampa in una delle sale del Consiglio regionale, lontano da palazzo San Giorgio, dove lunedì arriveranno i tre commissari inviati dalla Cancellieri. In realtà più che una conferenza stampa è un convegno. La sala “Nicolas Green” è gremita, ma non solo di telecamere e giornalisti. Ci sono tantissimi politici, con in testa il governatore Giuseppe Scopelliti, che di Reggio è stato sindaco sino a due anni fa, semplici cittadini ed amministratori regionali e comunali. Un appuntamento seguito in diretta streaming dal sito ANSA.IT che ha fatto registrare un notevole successo di utenti collegati. Tra i politici cittadini presenti c’é anche l’assessore ai lavori pubblici Morisani in cui nome figura nelle carte della commissione d’accesso che hanno portato allo scioglimento. Arena si dice sconcertato e deluso della decisione del Consiglio dei ministri. “Il mio onore – dice – non può essere scalfito, non sono io la genesi della ‘ndrangheta e la mia amministrazione non l’ha generata. E’ una situazione tragica con cui bisogna fare i conti”. Arena arriva a commuoversi quando dice “il mio onore è ben saldo ed accresciuto in città ed in tutta la regione”, incassando un lungo applauso. Il primo di una serie di cinque. Gli altri, però, Arena li blocca sul nascere perché rivolti a lui dopo risposte a giornalisti critici. “Non dovete interrompere” dice deciso Arena. Il quale tiene poi a sottolineare di avere governato per solo sei mesi. “Tutto quello che è successo da gennaio in poi – spiega riferendosi all’arrivo della commissione di accesso – non è la mia gestione. La Commissione di fatto ha inibito me e l’Amministrazione da adottare provvedimenti per la città. Se si voleva intervenire c’erano strade diverse da seguire”. Al momento Arena sembra anche escludere il ricorso al Tar: “non mi appassiona l’idea di fare ricorso”. Quindi il saluto, l’applauso dei suoi e l’abbraccio con Scopelliti che prima di andarsene dice che “é stato perfetto ciò che ha detto il sindaco”. Intanto in serata si è appreso che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto di scioglimento del Comune. Il provvedimento sarà notificato nei prossimi giorni ai commissari prefettizi e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.