Partiti di nuovo in alto mare sulla legge elettorale. Dopo l’intesa politica raggiunta da ‘ABC’ nei giorni scorsi sul fatto che il ‘Porcellum’ debba cambiare, sembra ora tornato tutto in alto mare da quando il Capo dello Stato ha detto con estrema chiarezza che non si tornerà a votare ad ottobre.


Come auspicato da molti nella maggioranza. Alle urne, ha assicurato Napolitano, si andrà nel 2013 e quindi inutile tentare di far precipitare le cose. E siccome è ormai prassi che la riforma elettorale si faccia praticamente a ridosso delle elezioni, la trattativa su come cambiare la legge Calderoli sembra subire ora una nuova battuta d’arresto. Ma, tempistica a parte, i partiti stentano a trovare un accordo su quelli che finora sono stati chiamati “i dettagli”. Ascoltando chi segue da vicino la trattativa, ora nelle mani di Denis Verdini per il Pdl, di Maurizio Migliavacca per il Pd e di Lorenzo Cesa e Ferdinando Adornato per il Terzo Polo, si apprende che al momento ci sono “distanze incolmabili” su una questione non proprio secondaria come quella del premio di maggioranza. E che ci sono punti di vista differenti anche per quanto riguarda le preferenze. Secondo quanto si apprende, al Pd, per scongiurare un ‘Parlamento di nominati’ basterebbe la previsione dei collegi, mentre il Terzo Polo punterebbe di più sull’introduzione delle vere e proprie preferenze. Il Pdl, invece, starebbe chiedendo a gran voce solo un listino bloccato. Insomma, sentendo più da vicino i tecnici, c’é chi definisce l’attuale situazione ricorrendo alla formula dello ‘stand by’ e chi non ha difficoltà ad ammettere che si tratta di un vero e proprio “stallo”. Intanto, c’é chi come il leader dell’Idv Antonio Di Pietro attacca a testa bassa la maggioranza accusandola di affrontare una questione così delicata solo “nelle segrete stanze” e non “alla luce del sole” in Parlamento. E chi chiede, come i socialisti, di non mettere a repentaglio la rappresentanza dei partiti minori. “Se un partito riceve dagli elettori la maggioranza per governare – interviene nel dibattito il centrista Rocco Buttiglione – è giusto che governi”. Ma “noi chiediamo una legge elettorale che non attribuisca artificialmente la maggioranza a minoranze troppo piccole per avere davvero il diritto di governare”, aggiunge.

 

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