Rosy Mauro resiste ancora. La ‘pasionaria’ ex leghista ha “rimesso nelle mani” di Renato Schifani le deleghe del ruolo di vicario del presidente del Senato ma continuerà “a presiedere l’Assemblea” di Palazzo Madama. Lo spiega proprio Schifani che finora l’ha sostituita e le riconosce “grande senso di responsabilità ” per “un gesto responsabile e saggio che svelenisce il clima”. In sintesi, la senatrice, ora passata dal gruppo della Lega a quello misto, non sostituirà più la seconda carica dello Stato nelle sue funzioni ma potrà continuare a dirigere i lavori in Aula.
Quello della Mauro è un gesto volontario: in base al regolamento, infatti, il vicepresidente dell’Assemblea “non è sfiduciabile” e spetta soltanto a lui decidere se e quando dimettersi dall’incarico. Certo, però, l’opposizione è pronta a dare battaglia. L’Idv e i centristi nelle scorse settimane, quando il nome di Rosy Mauro è spuntato nell’inchiesta sui fondi di partito della Lega, hanno annunciato che avrebbero lasciato l’Aula ogni qual volta avesse presieduto la Mauro. E anche il Pd aveva investito della questione la presidenza nel corso di una capogruppo al termine della quale Schifani si era detto disposto a sostituire la Mauro nel presiedere l’Aula. La Mauro, dunque, non demorde. E’ determinata ad andare avanti perché – come ha spiegato più volte in passato – non c’é alcuna accusa nei suoi confronti e non è neanche indagata. Secondo l’ex leghista, d’altronde, le dimissioni significherebbero ammettere delle responsabilità che lei nega nel modo più assoluto. Sullo sfondo resta la questione della lotta interna alla Lega Nord. Rischio ben individuato da Umberto Bossi che oggi rifiuta con decisione l’organizzazione di qualsivoglia ‘Bossi day’ appellandosi all’unità del movimento: “io non voglio più – dice infatti in un comunicato – che ci siano scontri o ci sia odio: adesso devono prevalere l’amore per la Lega e la fratellanza”. Ma per molti, se non per tutti, Rosy ‘la dura’ resta l’ultimo baluardo dei ‘cerchisti’. I ‘maroniani’ ne vogliono la testa; non è bastata l’espulsione dal Carroccio e dal gruppo di Palazzo Madama. La Mauro continua a dividere. Il suo ‘passo indietro’ dal gruppo leghista del Senato ha determinato le dimissioni volontarie di Lorenzo Bodega che, tra l’altro, era anche vicepresidente dei senatori del Carroccio. Proprio Bodega con la Mauro è ora iscritto al gruppo Misto. L’Idv, invece, rinnova la richiesta di dimissioni nei confronti di Rosy ‘la nera’: “Il compromesso alla buona raggiunto tra il presidente Schifani e la sua vicaria Rosy Mauro non basta; per salvaguardare il decoro dell’Aula la senatrice deve dimettersi dal suo ruolo di vicepresidente”, afferma il capogruppo Idv, Felice Belisario. Anzi il partito di Di Pietro, “ha presentato una riforma del Regolamento del Senato che fa decadere dalla carica i membri del Consiglio di Presidenza che cambiano Gruppo parlamentare”. “Le ragioni per le quali la senatrice Mauro non deve mantenere la carica di Vice Presidente – spiega invece dal Pd il vicepresidente dei senatori Luigi Zanda – sono evidenti. Il Partito Democratico ha già chiesto le sue dimissioni e ripeterà la richiesta, qualora la senatrice Mauro dovesse tornare a presiedere l’Aula”.