Tutti contro Daniela Santanché. Le parole della ‘pasionaria’ berlusconiana che sul Foglio spara a zero contro il partito – “é un cancro” – e contro tutta la classe dirigente, chiedendo in blocco le dimissioni a partire da quelle del segretario Angelino Alfano, sono un ennesimo fulmine a ciel sereno.

Certo, tutti sanno quello che l’ex sottosegretaria pensa del partito ma, l’affondo sul giornale diretto da Giuliano Ferrara ed il silenzio del Cavaliere hanno come conseguenza quella di far precipitare la situazione, facendo emergere una tensione orami esplosiva tra l’ex premier ed il gruppo dirigente pidiellino, Alfano in testa. Raccontano che il primo effetto che ha avuto la lettura delle parole della Santanché sia stato quello di mettere sotto stress il centralino di Arcore. Il messaggio che veniva richiesto di recapitare all’ex premier era sempre lo stesso: “prendi le distanze da quanto dice Daniela”. Un pressing inutile. Solo a sera, dopo che per tutto il giorno il Pdl aveva sparato a zero contro l’ex sottosegretario attraverso un fiume di comunicati e post su Twitter, Paolo Bonaiuti, portavoce del Cavaliere prova a calmare le acque: “Le parole della signora Santanché non esprimono affatto il pensiero di Berlusconi”. Una presa di distanza che però non sortisce per nulla l’effetto sperato. A nessuno nel partito è sfuggito il fatto che sia stato il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara il palcoscenico da cui sono partiti gli strali contro il Pdl, ma soprattutto, tutti i dirigenti pidiellini, anche Alfano, sanno perfettamente come l’ex sottosegretario faccia parte della ‘cerchia’ ristretta di persone che in questo momento sono più a contatto con l’ex capo del governo. Ecco perché (anche se nessuno ufficialmente lo dice) l’idea di molti è che sia stato il Cavaliere ad ‘armare’ la Santanché o quanto meno, che Berlusconi non abbia avuto nulla da ridire sui contenuti dell’intervista nonostante fosse stato avvertito. La strategia dell’ex capo del governo d’altronde è chiara a tutto il gruppo dirigente ormai da tempo: lasciare che il partito esploda senza far nulla per evitarlo. Un obiettivo contro cui si oppongono in molti, ed ha provato ad opporsi anche il segretario pidiellino. La tensione tra l’ex Guardasigilli ed il Cavaliere non è mai stata così alta come negli ultimi giorni. Si racconta anche di una serie di telefonate, l’ultima oggi, tutt’altro che concilianti. Con i suoi fedelissimi poi l’ex Guardasigilli si sarebbe lasciato andare ad un lungo sfogo condividendo le preoccupazioni del resto del gruppo dirigente rispetto alla linea scelta dal Cavaliere che decide ufficialmente di tenersi fuori da ogni ‘bega’ di partito, Lombardia in testa, salvo poi far filtrare commenti o dettare la propria linea in contrasto con quanto decide di fare il partito. Il piano del Cavaliere del resto è ormai noto a tutto il vertice del partito, separare le strade lasciando alla classe dirigente quel che rimane del Pdl e dar vita ad un proprio progetto con gente nuova e soprattutto con pochi politici. Le parole della Santanché dunque sono solo la goccia che fa traboccare il vaso a cui però Alfano, dopo che si era scatenata la batteria pidiellina, decide di rispondere bollandola come “una sfascista”. Parole che non preoccupano per nulla la diretta interessata. Anzi l’ex sottosegretario rincara la dose rispendendo al mittente l’accusa e ricordando che “da quando Alfano è alla guida il partito è passato dal 22 al 15%”. Unica a difendere la Santanché è Michela Biancofiore, altra ‘pasionaria’ berlusconiana e fan di un ritorno a Forza Italia.

 

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