Nelle piazze italiane hanno sfilato con la Cgil migliaia di persone (circa cento le citta’ interessate) per protestare contro una manovra considerata iniqua e per chiedere come ha fatto il segretario generale Susanna Camusso ”un passo indietro” per evitare ”il baratro”.

Sempre oggi hanno scioperato anche i sindacati di base contro una manovra che ”esprime odio di classe verso i lavoratori”. I sindacati di base hanno sfilato in 15 piazze italiane (la principale a Roma). Sul fronte trasporti sono stati penalizzati soprattutto i voli con circa 200 cancellazioni tra arrivi e partenze negli aeroporti di Roma e Milano. Nel trasporto ferroviario, secondo i dati diffusi dalla Filt-Cgil, al netto dei treni garantiti, a circa tre ore dall’inizio della protesta si e’ fermato il 50% dei convogli (prevalentemente regionali). Traffico inoltre rallentato nelle principali citta’ anche a causa dei cortei e del maggiore utilizzo del trasporto privato in vista dello stop del trasporto pubblico locale. Metropolitane chiuse, bus a singhiozzo, aerei a terra e numerosi treni fermi: lo sciopero di oggi della Cgil ha creato disagi per i cittadini soprattutto sul fronte trasporti anche se i servizi sono stati rallentati anche negli uffici pubblici e negli ospedali dove a causa dell’adesione massiccia alla protesta dei medici sono saltate in molti casi le visite non urgenti (le prestazioni essenziali sono sempre garantite). Le adesioni medie secondo la Cgil sono state, sulla base delle prime stime, del 58% (circa il 70% nei trasporti).

 

CAMUSSO,SIAMO ORLO ABISSO,SERVE PASSO INDIETRO – “Quando si è sull’orlo dell’abisso bisogna fare un passo indietro”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in corteo a Roma per lo sciopero generale proclamato dal suo sindacato contro la manovra. “Il paese è in una situazione molto difficile e per questo abbiamo proposto una contromanovra che ha esattamente gli stessi saldi, perché pensiamo che bisogna intervenire rapidamente ma se si fa il passo sbagliato si entra nell’abisso, invece che fare un passo indietro”, aggiunge Camusso. “E’ uno sciopero generale contro una manovra assolutamente ingiusta e, come è sempre più evidente in queste ore, totalmente irresponsabile”: spiega il leader della Cgil “E’ possibile una manovra strutturale più equa, che non scarica solo sul pubblico impiego e sul reddito fisso. Chiediamo di togliere l’art. 8 che è un danno al lavoro”, aggiunge Camusso. “Si stralci l’articolo 8. Bisogna cancellare una norma che è ingiusta”, che è “una vergogna. Se il Parlamento non lo stralcia devono sapere che intraprenderemo tutte le strade e le iniziative possibili perché questa vergogna deve essere cancellata. Lo diciamo anche a Confindustria”, avverte Camusso. “Dico a Confindustria, Cisl e Uil: scegliete, o c’e l’accordo sindacale o c’é la legge. Tutte e due non sono possibili. Non si può più fare cassa sulle condizioni dei lavoratori e sulle pensioni”. “Con l’articolo 8 della manovra non si cancella solo l’articolo 18 ma, con l’introduzione del principio della deroga, si cancella tutto lo statuto dei lavoratori”. Lo dice parlando dal palco della Cgil, il segretario generale Susanna Camusso che respinge al mittente l’aggettivo di “irresponsabili” rivolto al sindacato. “E’ irresponsabile chi dentro la crisi introduce un articolo il cui unico scopo è rendere più facili i licenziamenti. Ma che responsabilità è questa?”. “Ricorreremo alla Corte Costituzionale su tutte le norme anticostituzionali. Per noi la Costituzione è sacra, non ce la ruberete”. Lo dice il leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando dal palco allestito al Colosseo e riferendosi alla manovra.

SACCONI, TOGLIERE ART 8? NON SE NE PARLA – Il Governo non ha nessuna intenzione di stralciare l’articolo 8 dalla manovra all’esame del Senato. Lo afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi commentando l’andamento dello sciopero della Cgil proclamato per oggi. “A Bersani che pretende addirittura la rinuncia all’articolo 8 – avverte Sacconi – rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Bce e, dall’altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali”.

NEL CORTEO SFILANO I LEADER DELLA SINISTRA ”Qui la coalizione c’e”’. Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, sfila al corteo della Cgil e, commentando le presenze dei partiti di opposizione a fianco di Susanna Camusso, avverte: ”il problema non e’ chi c’e’ ma chi manca. Se alcuni rappresentanti dell’opposizione hanno la puzza sotto il naso e’ un problema della loro coscienza. Ma i leader e i partiti ci sono. Certo, chi si aspettava di vedere anche il Terzo Polo nutriva una pia illusione…” E in effetti alla manifestazione del sindacato di Corso Italia contro la manovra la sinistra c’era tutta. C’era il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, c’era il leader di Sel, Nichi Vendola. C’erano anche il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero e quello del Pdci-Federazione della Sinistra, Oliviero Diliberto e il leader dei Verdi, Angelo Bonelli. Sono stati tutti accolti con calore e strette di mano dal popolo dei manifestanti. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, viene salutato con entusiasmo dal corteo che lo ha incitato a ”continuare la battaglia”, anche se non e’ mancato qualche spunto polemico. Qualcuno gli ha ricordato di aver deciso troppo tardi di prendere parte alla protesta del sindacato, ”altrimenti chi vi votava piu’…!”. Anche Di Pietro viene intercettato dai manifestanti che lo incitano: ” Bravo Antonio, incatenati al Parlamento!!”. E lui: ”Se fosse per me ci incatenerei loro..”.

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