Sì alle assunzioni dei precari della scuola. L’incontro tra governo e sindacati sul piano triennale di immissioni in ruolo – previsto nel decreto Sviluppo varato dal Parlamento lo scorso 7 luglio – che riguarda 67 mila persona si è svolto a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini,

il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta e il sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta. Le prime dichiarazioni sono tutte dello stesso tenore: sottolineano che in un momento di crisi e di tagli, come quello che stiamo vivendo, la scuola riesce ad assumere 67mila docenti e Ata. “Diamo atto al governo – dichiara Marco Paolo Nigi, dello Snals-Confsal – di aver mantenuto gli impegni anche in un contesto economico internazionale di indubbia difficoltà”. Occorre ora definire tutta la procedura per mandare in cattedra 30.482 nuovi docenti e 36.488 Ata in tre anni. E bisogna fare in fretta, visto che all’avvio del prossimo anno scolastico manca appena un mese e mezzo. Il piano prevede l’assunzione di 67mila precari, sui posti vacanti nel triennio 2011/2013, e “eviterà – spiegano da viale Trastevere – la formazione di nuovo precariato in futuro”. Inoltre, continua il ministero, il piano “risponde ad una nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d’istruzione, come sarà sempre, d’ora in poi, per tutte le assunzioni nel mondo della scuola”. Secondo il ministero, “grazie ai pensionamenti e alle immissioni in ruolo degli ultimi anni, il fenomeno” del precariato “avrebbe trovato una definitiva soluzione in alcuni anni”. Nelle liste provinciali ad esaurimento sono presenti circa 250 mila docenti precari. “I provvedimenti contenuti nel decreto per lo sviluppo – continuano dal ministero – consentono, all’interno del quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati a causa di scelte politiche irresponsabili”. Il decreto ha previsto l’aggiornamento delle graduatorie ogni tre anni e non più ogni due. Ma il provvedimento che intende eliminare il precariato in pochi anni riguarderà l’università: il decreto che fissa i contingenti per le nuove lauree magistrali che, alla luce della riforma sulla Formazione iniziale, consentiranno di insegnare a scuola. I nuovi corsi saranno a numero chiuso e per il triennio 2012/2014, secondo alcune indiscrezioni, saranno poco meno di 25 mila i posti messi in palio dai diversi atenei italiani.

 

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