“Il fragoroso annuncio sui 2,3 miliardi che saranno spesi per l’economia del Sud non ci permette di essere ottimisti. Quei soldi, infatti, non sono un nuovo stanziamento, recuperato andando a prendere i quattrini dagli evasori, dagli scudati o dagli speculatori. Sono soldi stornati da altri investimenti, a favore delle Regioni, e spostati da una parte all’altra come fanno le dittature da operetta con i carri armati o come si faceva nelle commedie all’italiana”.
Lo scrive sul suo blog il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Solo adesso il ministro Passera sembra accorgersi di quanto vento il suo governo stia seminando e lancia l’allarme dicendo che la coesione sociale è a rischio – aggiunge – Meglio tardi che mai, purché alle parole seguano i fatti e purché il governo non cerchi di salvarsi la faccia solo con promesse e illusioni come faceva Berlusconi”. “Da mesi noi dell’Italia dei Valori avvertiamo il governo del rischio che la corda troppo tesa si rompa e che la disperazione dei cittadini si esprima in forme violente, pericolose e anche antidemocratiche – prosegue – Il tessuto sociale non è un elastico che si possa tirare all’infinito. Si rompe per forza quando si massacrano per anni sempre le stesse fasce sociali senza mai dare segnali di equità e senza suscitare la speranza che questi sacrifici servano a qualcosa, oltre che a salvare e arricchire i banchieri”. “Questo governo non ha finalmente deciso di cambiare indirizzo ma cerca solo una strada per farsi una propaganda facile – conclude – Questi sono giochi che possono funzionare nei talk show, non quando ci sono 470mila cassintegrati dall’inizio dell’anno e quando la gente non sa più come fare a pagare le tasse messe per fare cassa sulla pelle dei poveracci”. “Il governo deve varare subito misure di equità e di giustizia sociale con la stessa urgenza con cui è stata fatta la controrifoma delle pensioni e sono state messe le nuove tasse. Forse Monti, Passera e la Fornero non lo hanno ancora capito bene, ma è questa oggi la vera emergenza italiana”.