Dopo la fiducia incassata oggi alla Camera, per il dl carceri del Governo la strada sembra essere ormai in discesa. Superata la contestazione della Lega, che ha dato battaglia in commissione cosi’ come in Aula, con ben 500 emendamenti, e la contrarieta’ dell’Idv, con Di Pietro che oggi ha parlato di ‘resa dello Stato’, martedi’ prossimo si profila un voto finale senza sorprese sul provvedimento, in cui resta la contrastata ‘norma Lusi’ che retrodata la richiesta di risarcimento danno per ingiusta detenzione al primo luglio 1988.
Sono stati 49 i parlamentari in meno a dire si’ al governo di Mario Monti oggi, rispetto all’ultima fiducia, chiesta alla Camera sul milleproroghe: 420 i voti favorevoli rispetto agli allora 469, con un dissenso a macchia di leopardo che ha incluso, fra gli altri, i Radicali e l’ex sottosegretario alla Giustizia Alfredo Mantovano. Disco verde comunque da Pdl, Pd e Terzo Polo al provvedimento che sicuramente “non e’ uno svuotacarceri, ma un salva carceri”, ha detto il Guardasigilli, Paola Severino, respingendo al mittente le definizioni di chi, Di Pietro e Lega, ha parlato rispettivamente di resa dello Stato e di scaricabarile. “Il provvedimento “non e’ ne’ l’uno ne’ l’altro – ha detto il ministro della Giustizia – Nel suo contenuto non troverete che chi delinque viene messo fuori dal carcere, ne’ uno scaricabarile”, ha detto. Il decreto serve ad evitare l’effetto “dannoso delle porte girevoli che vede entrare ed uscire dagli istituti nel giro di tre giorni circa 23mila persone in un anno, ha spiegato ancora. E sara’ sempre un magistrato a stabilire chi verra’ “ritenuto meritevole di stare ai domiciliari” ha osservato e ribadito “io credo nella effettivita’ della pena”. Fra le misure contenute nel dl, la possibilita’ di scontare ai domiciliari gli ultimi diciotto mesi di pena per i condannati, se il magistrato lo riterra’, e l’utilizzo delle celle di sicurezza di questure e caserme per evitare il cosiddetto ‘effetto tornello’ nelle carceri, cioe’ le porte degli istituti di pena che si aprono e si chiudono nel giro di tre giorni per circa 23mila arrestati all’anno. La convalida avviene entro 48 ore, non piu’ entro le 96.Si svolge, salvo che in caso di domiciliari, nel luogo in cui l’arrestato e’ custodito. Ma anche la chiusura degli opg. Sulla norma Lusi i cagruppo di Pdl, Pd e Terzo Polo in commissione Giustizia alla Camera hanno sottoscritto un ordine del giorno per impegnare il governo a trovare forme di intervento che non intacchino l’articolo 3 della Costituzione italiana, per cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. A favore della chiusura degli ex manicomi criminali, contestata dalla Lega ma anche da alcuni parlamentari Pdl, si e’ levata di nuovo, a difesa, la voce del senatore democratico Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, e promotore dell’emendamento per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: “Si vuole gettare discredito su questa riforma e ingannare i cittadini affermando che saranno messi in liberta’ criminali e serial killer”. In Aula, con i Radicali anche il gruppo di Popolo e territorio si e’ astenuto. Per il Pdl e’ intervenuto Manlio Contento: “L’argomento che sottoscriviamo e’ che nessun delinquente sara’ libero di circolare”, ha detto. “Noi lo sottoscriviamo, ma se noi guardiamo al decreto come uscito dal governo e al provvedimento uscito dal Senato, grazie all’impegno del Pdl, ci accorgiamo che il governo era stato disattento all’interesse delle vittime: perche’ ai domiciliari non ci puo’ andare uno che, con il reato, ha dimostrato di essere pericoloso per la societa’”. “Noi riconosciamo validita’ al provvedimento presentato, ne condividiamo le finalita’ e ne apprezziamo la concretezza ed il realismo dopo tante vane promesse e troppe parole”, ha detto Guido Melis, del Pd per annunciare la fiducia al governo. Umberto Bossi ha partecipato al voto, poi ai giornalisti ha spiegato: “noi siamo contrari. Abbiamo votato no. Tutte le volte che hanno approvato questi provvedimenti non hanno funzionato. Speriamo che questa volta funzioni”